
https://autosprint.corrieredellosport.it
Un
saluto a Graton, papà di Michel Vaillant
Se n’è andato a 97 anni un autore di fumetti
maestro nel raccontare ma anche
esempio di
approccio rigoroso verso l’intero mondo del
Motorsport
di Mario Donnini
In
queste pagine attacco spesso cose finte esaltando
quelle vere, ma per una volta vado
orgogliosamente contromano, esaltando ciò che sembra
finzione, perché in certi casi sa essere più vero del
vero. Insomma, giovedì scorso ci ha lasciati a 97
anni d’età Jean Graton, l’autore di Michel
Vaillant, autore di culto del fumetto franco-belga. E
salutarlo è anche l’occasione per sottolineare
l’immensa stima, il piacere e la gratitudine che
provano tutti gli appassionati di Motorsport per il
messaggio, la sensibilità e le sensazioni che l’autore
ha saputo suscitare non solo tra gli amanti delle
nuvole parlanti, ma anche - e direi soprattutto -, in
tutti i race fans del mondo. Perché Michel
Vaillant non è solo un personaggio a fumetti, ma a
tutti gli effetti incarna un character reale capace
di suscitare conseguenze e consapevolezza,
adesione, entusiasmo, affetto e nostalgia come solo un
campione, un amico vero e un grande delle corse
possono evocare. Un modello, una leggenda
disegnata ma vivente, portato della cultura
eclettico-automobilistica francese, frutto della
lucente interdisciplinarietà dei transalpini per i
quali storicamente essere pilota di livello
significa andare forte sempre, comunque, ovunque e su
qualunque terreno, dall’asfalto
della F.1 alla notte di Le Mans passando per
le nevi del Turini e la sabbia della
Dakar, all’interno di carriere che sembrano
enciclopedici omaggi al mondo racing vissuto come
quotidiana meraviglia. Tanto che, gratta gratta,
scopri che Michel Vaillant, Steve McQueen,
Fernando Alonso e Sebastien Loeb in fondo in
fondo la pensano esattamente allo stesso modo, alla
barbaccia di chi voleva e vorrebbe rendere la F.1
un patinato, sciapo e decerebrato contenitore di un
neo-monopensiero stupidello dell’altrimenti variegato,
complessissimo, grandioso, inclusivo e multiculturale
mondo racing. Ecco perché dire ciao a Jean Graton
significa parlare di cose serie, molto serie, e non
solo recitare una doverosa e sentita orazione laica.
Detto ciò, vi racconto questa. Jean Graton lo incontro
di persona il venerdì mattina della 24 Ore di Le
Mans 1997 nella sala stampa del circuito della
Sarthe e mi rendo conto di un paio di cose
interessanti. La prima: entra lui e tutti i
francofoni si alzano in piedi, poi, a turno,
appena si sparge la notizia che quel signore è davvero
lui, il papà di Michel Vaillant, tanti altri, me
compreso, vanno a stringergli la mano. Come quando
arrivano Jacky Ickx o Derek Bell oppure, al giorno
d’oggi, Tom Kristensen o Emanuele Pirro. Perché, nel
caso di Graton, quando la fiction della letteratura
disegnata sa essere così piacevole e generosa, la
si accetta come una realtà aumentata e sincera.
Tranquillo, per niente altezzoso, serio, niente sfarzo
e zero snob, Graton se ne sta lì per un’oretta,
chiedendo, informandosi, chiacchierando e
documentandosi tale e quale a un giornalista
professionista. Fantastico. Poi saluta e se ne
va, con gli stessi che si erano alzati per salutarlo
che si rialzano, deferenti. Perché, oltre a saper
disegnare e raccontare, Jean Graton a suo modo insegna
il mestiere a tanti di noi, fin solo leggendo le sue
storie del suo e del nostro eroe. Visto che il
sottotesto meravigliosamente paragiornalistico e
informativo a latere di Michel Vaillant sta a
significare che per saper raccontare bisogna
prima sapere e poi raccontare. Documentarsi,
indagare, conoscere, parlare coi piloti, ascoltarli,
rubare con gli occhi ma anche dialogare con
l’ambiente, con un tecnico, un meccanico, una curva o
un giorno di pioggia. Tanti di noi erano bambini
tra la fine degli Anni ’60 e l’inizio degli Anni
’70 e per quasi tutti l’automobilismo da corsa si
stagliava come un sogno grandioso da fare in
bianco e nero, con la possibilità di diventare a
colori solo grazie a certi paginoni di Autosprint e
alle storie di Michel Vaillant, pubblicate nelle
monografie degli Albi Ardimento o, a puntate
settimanali, sulle pagine Corriere dei Piccoli e poi,
da fine 1971, del Corriere dei Ragazzi, mescolato ad
altri eroi della BD franco belga quali Ric Roland
o Bernard Prince. E - lo ricordate? Ma certo che
sì... -, i nostri primi duelli in camera car, le
funzioni mosaico, le inquadrature estreme e mozzafiato
mica le abbiamo scoperte dal vero, no, no,
l’imprinting semi-inconscio ma gustosissimo ci è
arrivato a sorpresa in storie cult con Vaillant,
Warson & C. tipo “La grande sfida” “L’onore
del Samurai” e “Serie nera”... E poi, sarà bene
ricordarlo, Jean Graton e Autosprint hanno
ballato insieme e mica poco. Tanto che a metà
Anni ’80 anche il nostro settimanale ha avuto
l’onore di pubblicare a puntate la storia di Michel
Vaillant ambientatanell’ipotetica gara iridata
cittadina al centro di Parigi, rutilante,
affascinante, a 300 all’ora - come recita il
titolo -, e combattuta quanto mai. E poi, nel 2001,
chiacchierando con Alessandro Pastore, titolare
dell’Alessandro Editore, ci viene l’idea di fare il
bis, chiedendo l’autorizzazione di poter pubblicare a
puntate su Autosprint la storia a fumetti dedicata
alla storica edizione della Dakar 2000 con arrivo
al Cairo, tra le Piramidi. Jean Graton dette
immediatamente il benestare, aggiungendo che per
lui e Michel Vaillant ritornare sulle pagine di
Autosprint non poteva che essere un grande, immenso
onore. E, adesso posso
svelarlo, quell’operazione avvenne a titolo
squisitamente gratuito, tanto l’autore s’era
dimostrato sincero e appassionato, all’idea di
riabbracciare voi, i lettori del settimanale da
corsa. Ecco, questo era Jean Graton. E vorrei
salutarlo con un altro aneddoto che mescola
l’immaginario al reale, tratto direttamente da quella
notte di Le Mans che tanto lo
affascinava. Circuito della Sarthe, edizione 2000
della 24 Ore. Sta per iniziare il ciclo Audi con le
R8 che lottando tra loro ricacciano indietro la
sola possibile ma lontanissima minaccia costituita
dalla Panoz del vecchio Mario Andretti. Appare
chiarissimo che la lotta per la vittoria sarà una
sorta di derby stracittadino tra le vetture della
Casa degli Anelli e seguo tutta la gara da bordo
pista senza andare a dormire, fossi
matto, chiacchierando con Emanuele Pirro di
fumetti, ossia di Michel Vaillant,ovvero di Jean
Graton, esaltandoci entrambi nel citare le storie e i
colpi di scena più belli. Poi, quando arriva il
momento del turno di guida, Emanuele se ne va per
dare il cambio al compagno Frank Biela ed eccolo
lasciare il posto nel dibattito infervorato alla
moglie Marlene che di fumetto franco-belga, per
cultura personale e natali, ne sa perfino più di lui.
E in quella notte strana e magica si crea
una specie di corto circuito a stint paralleli
fra hospitality e pista, tra finzione e realtà, tra
Michael Vaillant e le corse vere, con Pirro che quando
torna dal turno in pista - in una gara che poi
meritatamente vincerà -, ritrova noi a ridere e
scherzare su Vaillant ed è ben felice di ridare il
cambio alla consorte, rituffandosi nella discussione,
per stemperare la tensione della sfida sull’asfalto.
Perché la realtà delle corse, quando è bella e
affascinante davvero, imita Micael Vaillant e non
viceversa. Faccia bei disegni e disogni, monsieur
Graton.
Et
merci.

https://www.gazzetta.it/
Addio al
fumettista Jean Graton, papà di Michel
Vaillant
Scomparso a
97 anni il francese, autore della celebre
striscia legata al mondo dei motori.
L'omaggio
di Jean Todt
di
Fabio Licari
"Secondo
dietro a Michel Vaillant mi sta bene!", disse
un giorno Jacky Ickx, sei volte vincitore
della 24 Ore di Le Mans e pilota Ferrari prima
di Lauda, scherzando su una storia del suo
eroe preferito. Non è facile raccontare lo
sport a fumetti e nessuno c'è riuscito meglio
di Michel Vaillant, il campione di carta
creato da Jean Graton nel 1957 sulle pagine
del settimanale Tintin nella storia "La grande
sfida": uno dei più grandi successi della bédé
(fumetto in francese).
Tra realismo e
realtà
Graton se n'è andato a 97 anni e la sua
scomparsa è stata ricordata pure dal
presidente della Fuia, Jean Todt (sotto): da
tempo si limitava a supervisionare le storie
del personaggio la cui serie è arrivata al 70°
volume, più la nuova collana moderna, i
telefilm, i cartoni animati e un film di Luc
Besson. Graton inseriva spesso protagonisti
veri, tra realismo e fantasia, e stupiva con i
meravigliosi disegni delle monoposto (la
Vaillante è l'auto di famiglia) e delle corse
nei circuiti, così appassionanti e cinetiche
da sembrare vere. Michel ha sconfitto tutti,
da Senna a Schumacher, ma il segreto è
nell'irripetibile combinazione di trame
giallo-rosa (e sportive) dal taglio
cinematografico. Nel 1973 Michel sposa la
bella giornalista Françoise Latour da cui avrà
il figlio Patrick. Però l'adrenalina delle
corse avrà sempre la meglio sulla vita
familiare. Il padre di Michel, Henri, è
proprietario della casa automobilistica, e il
fratello Jean Pierre è capo ingegnere della
fabbrica. Michel corre in tutte le categorie,
F1, Indy, rally, e la "V" bianca nel cerchio
rosso e blu è come il cavallino Ferrari.

Jackie Stewart e
la polvere Amatissimi anche i
comprimari, tra cui l'amico inseparabile Steve
Warson che dice così a Jackie Stewart: "E tu,
Jackie, ridi per la polvere che mi hai fatto
mangiare? Balordo, ti manderò il conto della
lavanderia!".
Adieu,
monsieur Graton, e buon GP.

https://www.tuttosport.com
L'ultima
corsa di Jean Graton, papà di Michel
Vaillant
Si
è spento a Bruxelles all'età di 97 anni il
creatore del più famoso pilota dei fumetti

Jean Graton, il
fumettista padre del celebre personaggio
di Michel Vaillant, si è spento ieri, 21
gennaio 2021, a Bruxelles, all'età di 97 anni. Una
notizia che ha gettato nel lutto non solo il mondo
dei fumetti, ma anche (forse soprattutto) quello
dell'automobilismo. Non sono pochi infatti i
piloti e i protagonisti
del motorsport che sono cresciuti
leggendo le storie di Michel, nato nel 1957 dalle
matite di Graton sulla rivista francese Le
Journal de Tintin e pilota della scuderia di
famiglia Vaillante, con l'iconico stemma della "V"
bianca su sfondo circolare rossazzurro.
Oltre sessant'anni di
corse e adrenalina
Nel
realizzare le storie di Michel Vaillant, Graton
non ha fatto altro che ispirarsi alla realtà.
Figlio di un Commissario del club motociclistico
di Nantes, sua città natale, Jean ha sin da
piccolo accompagnato il padre a qualsiasi tipo di
corsa, scoprendo piloti, analizzando le macchine
in gara e studiandone ogni dettaglio. Tutte le sue
conoscenze sono poi confluite nelle avventure di
Michel Vaillant, pilota di F1, rally,
endurance e turismo. Le storie di Michel sono
caratterizzate dall'adrenalina che sono
riuscite a trasmettere in oltre 60 anni di
pubblicazione: il realismo delle auto da
competizione, il dinamismo dell'azione e l'ottima
caratterizzazione dei personaggi sono protagonisti
in trame che uniscono sapientemente corsa,
thriller e anche qualche risvolto romantico.
Un
idolo del motorsport
Michel Vaillant ha così ispirato giovani e
grandi lettori, e persino gli stessi
piloti di F1, spesso apparsi come comprimari
nelle storie a fumetti - da Jackie Stewart a
Michael Schumacher, passando per Ayrton Senna -.
Un successo travolgente che ha originato anche due
serie tv - di cui una animata - e un film
realizzato nel 2003 in Francia per la regia di
Louis-Pascal Couvelaire e la sceneggiatura del
famosissimo Luc Besson, in cui Vaillant viene
interpretato da Sagamore Stévenin.
Un
eroe che ancora oggi, dopo tanti anni e diverse
generazioni, continua ad affascinare gli amanti
del motorsport. Grazie a Jean Graton, a cui
va tutto il nostro affettuoso ricordo.

http://www.fuoritraiettoria.com
È
morto Jean Graton, il papà di Michel
Vaillant
di Marco Di Geronimo
Jean
Graton, il creatore di Michel Vaillant, il
fumettista francese con la passione delle corse,
non è più tra noi. Il poeta immortale
dell’automobilismo sportivo è purtroppo
morto lo stesso, il 21 gennaio, all’età
di novantasette anni.
Era un francese dalla testa
a uovo ed era nato a Nantes, in Bretagna. Era
nato negli anni Venti, era nato prima della
Seconda guerra, era nato in un mondo che ancora
associava l’olio motore alle corse
automobilistiche, e guardava
ai pit-stop come un’eccezione
pittoresca. Ma era nato soprattutto in un tempo in
cui il fumetto non era un mestiere. «Il mio
vero mestiere è il meccanico aggiustatore»
dichiarava a Fumo di China nel 1987 (lo
riportano le Pagine
dei Fan Italiani di Michel Vaillant,
come sempre). E per qualche anno, come si trova
scritto in giro, Jean Graton è operaio.
Ma non è questo
il destino di Graton. Finisce la guerra, finisce
la meccanica. Comincia una nuova pagina,
a Bruxelles. Il fumetto franco-belga lo
intercetta presto, dopo alcuni lavori in agenzie
pubblicitarie. Lavora a Spirou
(Oncle Paul), lavora col giornale Les
Sports, lavora con Tintin,
lavora, lavora, lavora. È il tempo in cui
l’avvenire ce lo si fabbrica oltrefrontiera, in
cui la fatica non manca ma nemmeno le occasioni,
ed è soprattutto il tempo in cui il duro lavoro
viene ripagato. Il caporedattore di Tintin
chiede a Graton una storia intera: è il
momento di mettere in scena Michel Vaillant.
Il nostro bretone
aveva una passione per le corse automobilistiche
grazie al papà, e grazie alle numerose gare
organizzate nella regione. Negli anni Cinquanta le
corse automobilistiche accendevano i sentimenti
della massa (non è un caso che Il
Numero Uno di Hans Ruesch diventa
un best-seller). E quasi subito Michel
Vaillant, il giovane, scavezzacollo, simpatico ma
perbene pilota francese di una dinastia di
corridori, conquista il cuore dei lettori. Jean Graton ha curato il suo
Michel per decenni interi, in mezzo a mille
avversità. L’ha scaraventato in ogni possibile
avventura, gli ha infuso i valori umani e
affettuosi dei grandi eroi della letteratura,
l’ha circondato di una moltitudine di comprimari
dai tratti psicologici sempre riconoscibili e
realistici. Il nostro bretone ha realizzato
un universo affascinante, forse incompatibile
con i contemporanei mondi di fantasia, così crudi,
così distanti dal tono cavalleresco della saga dei
Vaillant, eppure ancora capace di stupire ed
emozionare. Elisabeth
Vaillant è viva e reale: quando si lamenta, soffre
per i figli lanciati a trecento all’ora, non è una
caricatura ma ha tutti i crismi della madre in
agitazione. E come lei quel marsigliese
scoppiettante di Yves Douleac, l’americano
esuberante Steve Warson, la ribelle ed
estrosa Françoise Latour. Quanta personalità,
quanto chiaroscuro troviamo nella penna di Graton,
che tutto sommato utilizza personaggi
semplici e quasi scontati e li mette in
storie in cui il Bene vince sempre e il Male è
sempre sconfitto, ma ugualmente riesce a
scrivere trame calde, affettuose, che
suscitano l’entusiasmo del lettore. Non solo i personaggi di
Graton hanno un posto speciale nel nostro cuore.
Cosa dire dei mille intrighi, dei cento colpi
di genio con cui il nostro bretone preferito
riusciva ogni volta a inventarsi una nuova storia.
Gialli internazionali, storie d’amore travagliate,
vite che si complicano, si separano, si
ricongiungono. Fantasia
incontenibile quella del caro Jean, nutrita
di reportage,
colloqui con i suoi amici piloti, fotografie del
figlio Philippe, documentazioni d’ogni genere. E
ovviamente le
macchine, le automobili da corsa che
urlano e sfrecciano anche sulla carta del fumetto.
L’appassionato che sfoglia i fumetti
di Michel Vaillant si catapulta nelle
gare più disparate, per decenni interi. Ogni volta
è un’esplosione di monoposto colorate, piene di
dettagli, accompagnate da note, didascalie, tempi
sul giro. La
saga di Michel Vaillant appartiene
all’era della linea
chiara, senza troppe ombre e tratteggi.
Ed è anche questo disegno asciutto a innamorare.
Disegno asciutto sì, ma pieno di dettagli: lavora
da solo (aiutato dalla moglie), ma Graton ci tiene
a disegnare tutti gli alberi dell’Eifel, tutti gli
spettatori di Indianapolis, le bandiere, i
piloti, i singoli caschi e le vetture in partenza.
È uno stile rassicurante ma è uno stile curato.
Col tratto morbido di Jean impariamo a conoscere
gli esterni, gli interni, le piste, le auto, i
corridori e i meccanici di un automobilismo
che non esiste più perché, senza troppi giri
di parole, è ormai passato quasi un secolo. Ma con
quelle linee tonde, nette, senza svolazzi inutili,
Graton costruisce un’atmosfera quasi familiare che
non abbandonerà mai più il suo lettore. Non abbiamo mai ascoltato la
voce di Jean Graton eppure a chi l’ha letto sembra
d’averla ben presente. Perché dalle didascalie –
lunghissime e moltissime nei suoi vecchi albi – ci
ha sempre bombardato con la sua bontà, i grandi
discorsi sulla lealtà sportiva e umana,
sull’importanza della vita davanti alle corse e al
lavoro. Era una voce familiare, quella di
Graton, una voce che non ha mai sentito nessuno ma
che abbiamo tutti letto in alto o in basso delle
sue vignette ben tratteggiate. La stessa voce
narrante che ci informava dei dettagli tecnici dei
prototipi, delle regole sportive delle singole
prove… e che ci scusava con Michel, per averlo
importunato mentre leggeva una lettera, una tanto
sospirata lettera di Françoise. Viene
da sorridere per l’ingenuità di quella
voce, così diversa dai prodotti editoriali di
oggi, così distante da un secolo in cui, per vendere,
le storie non possono aggrapparsi troppo a valori
e ideali. Bisogna trasgredire, e anche il nuovo
Michel trasgredisce: bacia un’altra donna, finisce
in prigione, si scontra col figlio. Eppure era
quella la voce della saga dei Vaillant: la voce
dell’amico di Jacky Ickx, la voce del fumettista
che chiedeva aiuto al collega per disegnare dei
cavalli, la voce del reporter che
si documentava sul campo per realizzare ogni nuovo
albo. La voce che è mancata fin da subito,
fin dal primo albo della nuova serie (Nel nome del
figlio), perché i tempi cambiano, il mondo si
muove, ma un Michel Vaillant senza didascalie è
orfano, è difettoso, non è lui. Jean
Graton è vissuto novantasette anni ed è
sopravvissuto a sua moglie Francine. Insieme al
figlio Philippe ha mantenuto in piedi il
suo adorato Michel Vaillant. Muore pochi mesi
dopo aver ceduto il progetto all’editore
francese Dupuis, che intende rilanciarlo con
mezzi più potenti di quelli della famiglia Graton.
Ha scritto, disegnato, inchiostrato e colorato
decine di fumetti, moltissimi Michel
Vaillant, e tanti Julie
Wood (la serie sorella sul
motociclismo).
«Michel
afferra quella mano tesa… è la seconda volta che
la stringe… Warson accenna un sorriso, poi perde i
sensi. Colto per un istante dal panico, Michel si
tranquillizza subito… la mano di Steve continua ad
afferrarsi alla sua, quasi volesse supplicarlo di
non abbandonarlo… Michel trattiene a stento le
lacrime…»
Ciao Jean. Mancavi e
mancherai.

http://zona-bede.blogspot.com
Jean
Graton se n'è andato !
Purtroppo,
sta scomparendo la generazione degli autori che hanno
creato la bédé franco-belga.
Ultimo
ad andarsene è Jean Graton, il papà
di Michel Vaillant, il pilota di auto che ha
allietato con le sue avventure automobilistiche i
lettori europei, italiani compresi.
Graton faceva
parte della leggendaria seconda ondata di autori
chiamati a rimpolpare il
settimanale Tintin negli anni Cinquanta.
Ha avuto il merito di inventare un mondo, quello delle
gare di Formula 1 e dei motori in generale,
che nessuno pensava potesse diventare genere
fumettistico avventuroso gradito ai lettori.
Nessuno, come lui, ha saputo ricreare le atmosfere
delle kermesse sui circuiti di tutto ilmondo, la
perfezione dei particolari, meccanici e scenografici,
scrivere le trame delle storie sulla
famiglia Vaillant e Steve Warson,
storie immerse in un mondo reale, create da quel
lontano 1957.
Esse
sono state capaci di appassionare un largo pubblico di
lettori europei.
Noi lettori italiani abbiamo imparato ad apprezzare
l’autore e le sue bédé fin dalla prima apparizione
di Michel Vaillant sui Classici
Audacia.
E
molti, come i curatori di questo blog, lo hanno sempre
considerato degno di figurare nel Pantheon dei grandi
autori della bédé.
Grazie per le gradevoli storie che ci hai regalato.
Addio Jean
Graton: Michel Vaillant continua a
correre per tutti noi !
di Andrea Ranucci
Jean Graton
lascia questa vita a 97 anni. Il
fumettista che ci ha fatto innamorare della vita
di Michel Vaillant. Pilota eclettico, romantico,
amico di tutti suoi avversari che con destrezza
ha saputo battere in pista e conquistarli nella
vita.
Jean Graton
nacque a Nantes nel 1923 e con il papà segue
le gare regionali. Fu cosi che nacque la
passione per le auto da corsa e quel mondo che
solo in pochi possono raggiungere. Ma Jean
Graton ci arriva in punta di piedi, in
silenzio, con un foglio
di carta e una matita ed è cosi che nel 1957
nasce Michel Vaillant. La sua storia è
un fumetto che trova con facilità la strada
del successo insieme a Topolino e Diabolik. Vaillant
dai fumetti diventa presto un personaggio reale
grazie ad una serie Tv e al cinema nel 2003. Jean
Graton decise che per Vaillant
la vita non doveva esser tutta in discesa e la sua
storia doveva esser unica in tutto.Il nome
nacque da un’ispirazione che aveva i volti
degli eroi di un tempo. La sua auto era
la Ferrari dei
fumetti, bellissima
con i suoi colori e il simbolo che divenne
un’icona sin da subito.Viso alla Nuvolari, sguardo alla
Schumacher, talento innato alla Senna e la
storia diventa avvincente e ogni avventura
lascia spazio solo all’immaginazione dei fedeli
lettori. Ma il segreto è
nell’irripetibile combinazione di trame
giallo-rosa (e sportive) dal taglio
cinematografico.Nel 1973 Michel sposa la bella
giornalista Françoise Latour da cui avrà il figlio
Patrick.Però l’adrenalina delle corse avrà sempre
la meglio sulla vita familiare.Il padre di Michel,
Henri, è proprietario della casa automobilistica,
e il fratello Jean Pierre è capo ingegnere della
fabbrica. Michel corre in tutte le categorie, F1,
Indy, rally, e la “V” bianca nel cerchio rosso e
blu è come il cavallino Ferrari. Jackie Ickx, 6
volte vincitore della 24h di Le Mans, in una
intervista disse “Secondo dietro a Vaillant?Mi sta
bene!”. Il fumettista ci lascia in eredità 70
volumi, un collana in chiave moderna, telefilm e
cartoni animati firmati Luc Besson.
Grazie Vaillant, arrivederci Graton !

https://www.corrieredellosport.it
Addio
a Jean Graton, creatore di Michel Vaillant
Il
papà del più famoso pilota dei fumetti si è spento
a Bruxelles all'età di 97 anni.
Si
è spento ieri, 21 gennaio 2021, a Bruxelles, all'età
di 97 anni, Jean Graton, il fumettista papà del
celebre personaggio di Michel Vaillant. Una
notizia che ha gettato nel lutto non solo il mondo
dei fumetti, ma anche (forse soprattutto) quello
dell'automobilismo. Non sono pochi infatti i piloti
e i protagonisti del motorsport che sono
cresciuti leggendo le storie di Michel, nato nel
1957 dalle matite di Graton sulla rivista
francese Le Journal de Tintin e pilota
della scuderia di famiglia Vaillante, con l'iconico
stemma della "V" bianca su sfondo circolare
rossazzurro. Nel realizzare le storie di Michel
Vaillant, Graton non ha fatto altro che ispirarsi
alla realtà. Figlio di un Commissario del club
motociclistico di Nantes, sua città natale, Jean ha
sin da piccolo accompagnato il padre a qualsiasi
tipo di corsa, scoprendo piloti, analizzando le
macchine in gara e studiandone ogni dettaglio. Tutte
le sue conoscenze sono poi confluite nelle avventure
di Michel Vaillant, pilota di F1, rally,
endurance e turismo. Le storie di Michel sono
caratterizzate dall'adrenalina che sono
riuscite a trasmettere in oltre 60 anni di
pubblicazione: il realismo delle auto da
competizione, il dinamismo dell'azione e l'ottima
caratterizzazione dei personaggi sono protagonisti
in trame che uniscono sapientemente corsa, thriller
e anche qualche risvolto romantico. Michel Vaillant
ha così ispirato giovani e grandi lettori, e
persino gli stessi piloti di F1, spesso apparsi
come comprimari nelle storie a fumetti - da Jackie
Stewart a Michael Schumacher, passando per Ayrton
Senna -. Un successo travolgente che ha originato
anche due serie tv - di cui una animata - e un film
realizzato nel 2003 in Francia per la regia di
Louis-Pascal Couvelaire e la sceneggiatura del
famosissimo Luc Besson, in cui Vaillant viene
interpretato da Sagamore Stévenin. Un eroe che
ancora oggi, dopo tanti anni e diverse generazioni,
continua ad affascinare gli amanti del
motorsport.
Grazie
a
Jean Graton, a cui va tutto il nostro affettuoso
ricordo.

https://www.motorsport.com
E'
morto Jean Graton, papà di Michel Vaillant
di Francesco Corghi
Il
disegnatore franco-belga del celebre personaggio
motoristico dei fumetti si
è spento a 97 anni nella sua
casa di Bruxelles.
l mondo dei
fumetti e dei motori piange la morte di
Jean Graton, papà del mitico personaggio
di Michel Vaillant che è scomparso ieri
all'età di 97 anni. Il
disegnatore franco-belga "si è spento
serenamente a Bruxelles all'età di 97 anni,
circondato dalla sua famiglia", come recita la
nota emessa dalla Casa editrice Dupuis
Editions, che recentemente aveva acquistato i
diritti per la pubblicazione dei suoi albi.
"Vero ambasciatore dello sport
automobilistico, ha creato una famiglia,
un'azienda e un marchio che ancora oggi
brillano nelle librerie e nei circuiti
automobilistici - si legge nel comunicato -
Tra i lettori di Michel Vaillant, molti sono
diventati piloti di F1, anche tra i più
grandi, giornalisti e pure disegnatori. Jean
Graton sapeva trasmettere la sua passione con
stile". "È stato il primo a capire che per
raccontare una storia bisogna ispirarsi alla
realtà. Jean Graton ha frequentato le gare
quasi ovunque nel mondo, facendo amicizia con
piloti, team manager e direttori di circuito,
accumulando migliaia di foto e documenti che
danno al suo lavoro il timbro di autenticità.
Questo, unito al suo innato senso del
movimento e della narrazione, ha fatto di
Michel Vaillant una serie esemplare e
rispettata da tutti gli amanti del
motorsport". Chi ha letto almeno un fumetto di
Michel Vaillant (che per un appassionato di
automobilismo è 'Il' fumetto, con la I
maiuscola!) si sarà accorto della precisione
di ogni dettaglio creato dalla matita di
Graton, ma soprattutto della passione che
viene trasmessa a chi anche solo lo sfoglia.
Questo perché lui stesso andava di persona sui
tracciati per conoscerli a fondo e riproporre
tutto con la massima fedeltà sulle sue
strisce, osservando minuziosamente le vetture
e carpendo anche il carattere dei piloti veri
con i quali nelle sue storie Michel Vaillant
si sarebbe poi confrontato in una sfida
virtuale. Oltre che una apparizione pure sul
grande schermo con il film del 2003
"Adrenalina blu - La leggenda di Michel
Vaillant" diretto da Louis-Pascal Couvelaire
con la sceneggiatura di Luc Besson e Gilles
Malençon, va da sè che alla 24h di Le Mans c'è
chi ha corso utilizzando una livrea a lui
ispirata. Fra questi citiamo la Courage
Vaillante dell'edizione 1997 e, più
recentemente, la Rebellion Vaillante, che
hanno portato 'dal vivo' Michel all'evento che
appare maggiormente nelle avventure del
pilota-personaggio di Graton. Negli ultimi
anni il lavoro di Jean è stato portato avanti
dal figlio Philippe, al quale vanno - assieme
a tutta sua la famiglia - le condoglianze
della redazione di Motorsport.com.
Il
fumettista francese Jean Graton è
morto per cause naturali all’età di 97 anni
il 21 gennaio a Bruxelles, dove da tempo
risiedeva. Noto soprattutto per aver creato il
personaggio di Michel Vaillant, Jean Graton è
stato uno dei grandi fumettisti della scuola
franco-belga. Jean Graton arrivò al fumetto dopo
vari anni di lavoro da operaio. Dopo una serie di
storie per Le Journal de Spirou, diede vita
al pilota automobilistico Michel Vaillant nel
1957, con una prima avventura breve pubblicata
sulle pagine della rivista Tintin e
intitolata Bon sang ne peut
mentir (“buon sangue non mente”). Per anni
Graton scrisse e disegnò le storie di Michel
Vaillant, che diventarono presto famose e tradotte
in tutto il mondo, vendendo milioni di copie e
dando vita a cartoni animati, serie tv e film. Ad
oggi la serie conta 70 albi, pubblicati tra il
1959 e il 2007, e ha avuto un seguito
soprannominato “Le nuove avventure”, arrivato a 9
volumi.Michel Vaillant ebbe enorme successo
anche grazie alla cura dei dettagli e per il forte
realismo applicato alle storie e ai disegni.
Graton, da amante delle corse, si documentava
seguendo le gare e stringendo amicizia con i
piloti e le case automobilistiche per riprodurre
fedelmente le piste, le macchine e le dinamiche
della Formula 1. «Comandante delle Arti e delle
Lettere, Cavaliere dell’Ordine di Leopoldo, Jean
Graton è stato l’ultimo mostro sacro dell’età
dell’oro dei fumetti franco-belgi. I suoi
amici e colleghi si chiamavano Goscinny, Uderzo,
Charlier, Peyo, Roba, Franquin», scrive in un
comunicato la casa editrice Dupuis, che lo
scorso ottobre ha acquistato Graton Éditeur,
che dal 1982 pubblicava gli albi a fumetti legati
all’universo narrativo di Michel Vaillant.
Ci lascia Jean Graton,
celebre fumettista e creatore di Michel Vaillant.
Si è spento a 97
anni
di
Luca Basso
Il
celebre fumettista Jean Graton è morto in
queste ore a 97 anni nella propria casa di
Bruxelles, conosciuto nell'ambiente motoristico per
il sul personaggio Michel Vaillant.
Una
triste notizia giunge in queste ultime ore: il
fumettista francese Jean Graton è morto
per cause naturali nella sua casa di Bruxelles,
all’età di 97 anni. Pilastro della scuola
franco-belga, è noto nell’ambiente motoristico per
il suo personaggio Michel Vaillant.
Jean
Graton è morto a 97 anni, celebre fumettista
creatore di Michel Vaillant
Per
il mondo del fumetto e del motorsport è una grossa
perdita quella di Jean Graton, fin da piccolo
appassionato all’automobilismo grazie al padre che
lo portò a vedere la 24 Ore di Le Mans. Proprio
sulla mitica maratona francese ha ambientato diverse
storie del suo Michel Vaillant, amatissimo
personaggio e pilota di fantasia che ha solcato non
solo il panorama endurance ma anche la Formula 1, la
500 Miglia di Indianapolis, la NASCAR, la Dakar, il
WTCC e tante altre serie internazionali. Gli albi
principali della serie dedicata a Vaillant ha
raggiunto quota 70, ricominciando poi una nuova
serie che ora ha raggiunto 9 numeri con l’ultima
uscita di gennaio. Addirittura nel 2003 venne
realizzato un lungometraggio, con le riprese reali
dell’edizione di quell’anno della 24 Ore di Le Mans.
Tanti piloti
protagonisti nelle sue storie
Tanti sono stati i piloti e i costruttori reali
apparsi nelle storie di Michel Vaillant (citando
alcuni: Jacky Ickx, François Cevert, Clay Regazzoni,
Alain Prost, Rene Arnoux, Didier Pironi, Patrick
Tambay, Gilles Villeneuve, Michael Schumacher) così
come le piste (una su tutte Le Mans, ma anche
Monza), conquistando i lettori non solo per la trama
ma anche per l’incredibile realismo dei disegni e
del contesto delle storie. Addirittura il marchio
Vaillant è sceso in pista realmente, soprattutto
grazie a Rebellion, e solamente a novembre
dello scorso anno la Mirage aveva lanciato
l’obiettivo di riportare il nome della fittizia casa
transalpina a Le Mans in occasione del centenario
della corsa e del compleanno di Jean Graton.
Purtroppo Graton non potrà mai vedere questo sogno
realizzarsi: un gigante che ci lascia per sempre.
Il
fumettista francese Jean Graton, creatore della
serie sul pilota automobilistico Michel
Vaillant e delle meno note avventure della
motociclista Julie Wood (1976), è morto all'età
di 97 anni a Bruxelles. L'annuncio della scomparsa è
stato dato dalla casa editrice Dupuis che in un
comunicato saluta "un'opera unica e ammirevole che
ha stupito diverse generazioni di lettori di
fumetti". Tra i principali ingredienti del suo
lavoro, auto e corse.
Le
origini Nato
a Nantes il 10 agosto 1923, Jean Graton si
trasferisce giovanissimo con la famiglia in Belgio (n.d.w.:1) e
pubblica il suo primo disegno a otto anni sul quotidiano
Le Soir di Bruxelles (n.d.w.:2).
Il fumetto diventerà professione solo dopo diversi
anni di lavoro da operaio (n.d.w.:3).
Si dedica nel frattempo al disegno industriale e
pubblicitario, e dal 1952 al 1954 disegna
le storie dell'Oncle Paul sulla rivista
"Spirou".
La
storiaDiede
vita al pilota automobilistico Michel Vaillant nel
1957, con una prima avventura breve pubblicata sulle
pagine della rivista Tintin e intitolata
"Buon sangue non mente". Gli ingredienti ci sono già
tutti nel primo episodio: la famiglia, la grande
fabbrica, le automobili, le corse. Nel gennaio 1958
ha inizio su Tintin la pubblicazione a puntate
de "La grande sfida", avventura lunga,
destinata a diventare nel 1959 il primo albo
cartonato di Michel Vaillant. Da allora Graton ha
pubblicato 79 albi di Michel Vaillant, vendendo nel
mondo 25 milioni di copie.
Il talentoUn
enorme successo grazie alla cura dei dettagli e ail
realismo delle storie e dei disegni. Graton, da
amante delle corse, si documentava seguendo le gare
e stringendo rapporti con i
piloti stessi e le Case automobilistiche
per riprodurre fedelmente le piste, le vetture e le
dinamiche della Formula 1."Comandante
(Commendatore)
delle Arti e delle Lettere, Cavaliere dell'Ordine di
Leopoldo, Jean Graton è stato l'ultimo mostro sacro
dell'età dell'oro dei fumetti franco-belgi", lo
saluta in un comunicato la casa editrice
Dupuis, che dal 1982 pubblicava gli albi a
fumetti legati all'universo narrativo di Michel
Vaillant.
Addio a un grande.
(n.d.w.:1)
Graton non si è trasferito giovanissimo in
Belgio con la famiglia. Emigra a Bruxelles nel
1947, all'età di 24 anni, con la prima moglie
Jacqueline e viene ospitato
dalla zia Alice.
(n.d.w.:2) Il
disegnino su Le Soir è stato pubblicato
nel 1931 in occasione
di una vacanza del piccolo Jean a Bruxelles
dalla zia Alice.
(n.d.w.:3)
Jean Graton ha lavorato come
meccanico-aggiustatore presso i cantieri
navali di Nantes prima di partire per
Bruxelles.
Addio
a Jean Graton il
papà di Michel Vaillant
di Alfredo Filippone
Si
è spento oggi giovedì 21 gennaio a Bruxelles,
all’età di 97 anni, Jean Graton, il famoso
disegnatore che ha creato Michel Vaillant e dato
vita a una saga di fumetti incentrata sulle corse
che ancor oggi fa sognare milioni di lettori,
piccoli e grandi. Graton era nato in Francia, a
Nantes, nel 1923, ma dopo aver perso i genitori
durante la guerra (n.d.w.:1),
è emigrato giovanissimo in Belgio
(n.d.w.:2),
la patria dei fumetti e sede dei maggiori editori
del ramo, dove inizia a lavorare come operaio (n.d.w.:3),
ma dove la sua passione per il disegno trova
velocemente sbocco, nonostante non avesse alcuna
formazione artistica. Inizia a lavorare in riviste
specializzate, come Spirou e Tintin, e quando unisce
le sue due passioni, il disegno e le corse, a metà
degli anni ’50, nasce Michel Vaillant. Le avventure
del pilota e della Casa di famiglia, la Vaillante,
conquistano subito il pubblico. Una settantina di
album costruiranno la leggenda imperitura del
campione, ovviamente senza età, anzi eterno. A
suggellare il successo planetario di Vaillant (molto
popolare negli anni ’70 anche in Italia, dove le sue
avventure furono ospite fisse del Corriere dei
Ragazzi) fu l’estremo realismo, grafico e di
contenuti, nel decrivere il mondo delle gare, che
Graton ha frequentato da vicino, cogliendone tutte
le faccettature. Non sono pochi i piloti e gli
appassionati delle generazioni oggi over 50 ad aver
ammesso di essere rimasti folgorati dalle corse
leggendo Michel Vaillant da piccoli, in un periodo
in cui né la copertura mediatica delle gare né i
media a disposizione erano minimamente paragonabili
a quanto disponiamo oggi. Jean Graton non disegnava
più da tempo, ma la sua opera continua grazie al
figlio Philippe, bravo a rilanciare (con altri
disegnatori) una decina di anni fa una seconda serie
Vaillant, il cui successo è però limitato al mercato
francofono, e a mantenere viva (e valorizzare
commercialmente), grazie a mille iniziative.
(n.d.w.:1) Graton non ha perso i
genitori durante la guerra: nel 1934, a 11
anni. ha perso la madre per un ictus. Durante
la guerra, nel 1940, il padre viene fatto
prigioniero dai tedeschi ed alla fine ritorna
a casa sano e salvo.
(n.d.w.:2) Graton
emigra in Belgio, a Bruxelles, all'età di 24
anni, con la prima
moglie Jacqueline.
(n.d.w.:3)
Graton non ha lavorato come operaio a
Bruxelles, ma presso i cantieri navali
di Nantes, ben prima di partire per la
capitale belga.
Muore Jean Graton,
padre del fumetto Michel Vaillant
di Silvia
Brandolini
Il
disegnatore franco-belga del celebre personaggio
motoristico dei fumetti si è spento a 97 anni
nella sua casa di Bruxelles.
Il
mondo
dei fumetti e dei motori piange la morte di
Jean Graton, padre del personaggio Michel
Vaillant, morto il 21 Gennaio, all’età di 97
anni a Bruxelles. La storia dei suoi fumetti
inizia nell’anno 1957 con la pubblicazione
sulla rivista francese Tintin.
Sono gli anni in cui la Formula 1 e le gare
importanti come la 24 Ore di Le Mans
iniziano ad interessare un pubblico vasto,
così per la saga di Vaillant il successo è
immediato.
Una
storia
iniziata nel lontano 1957
La
storia
di Michel Vaillant come protagonista dei
fumetti nasce oltre 60 anni fa. Ad oggi sono
stati venduti più di 20 milioni di copie in
tutto il mondo.
Ma non solo, Michel Vaillant è diventato
anche protagonista di una collana di cartoni
animati ed anche di un film di Luc Besson,
negli ultimi anni il lavoro di Jean è stato
portato avanti dal figlio Philippe.
Il grande disegnatore è stato il primo a
capire che per raccontare una storia bisogna
ispirarsi alla realtà. Jean Graton ha
frequentato le gare quasi ovunque nel mondo,
facendo amicizia con piloti, team manager e
direttori di circuito, accumulando migliaia
di documenti che danno al suo lavoro il
timbro di autenticità.
Questo insieme al suo innato senso del
movimento e della narrazione, ha fatto di
Michel Vaillant una serie rispettata da
tutti gli amanti di motorsport.
E’ stato uno
dei più grandi illustratori e fumettisti a
livello mondiale. Parliamo di Jean Graton
spentosi a Bruxelles il 21 gennaio scorso
all’età di 97 anni. Divenne celebre sia
nell’universo dei fumetti, che in quello del
motorsport grazie a Michel Vaillant, il pilota
più longevo della storia. Un campione che
corre da oltre 60 anni nelle più svariate
categorie; dalla Formula Uno, alle gare
Endurance. Dai rally ai raid passando per le
moto, fino al karting ed alla più moderna
Formula E. Il suo palmares vanta 5 titoli
mondiali in F.1, sei trionfi alla 24 Ore di Le
Mans, due 500 Miglia di Indianapolis, due
Daytona 500, due 12 Ore di Sebring, un Rally
di Monte Carlo ed una Dakar. Ha sfidato i più
grandi fuoriclasse a partire dalla fine degli
anni ’50, per cimentarsi contro i moderni assi
del volante, rendendogli la vita difficile.
Con tutto rispetto non ci sono Clark, Graham
Hill, Lauda, Prost, Senna, Schumacher e Loeb
che tengano. Vaillant è un’eroe di carta che
poteva scaturire solo da una creatività
geniale come quella di Graton, un francese
nato il 10 agosto del 1923 a Nantes. Fin da
bambino amava disegnare, ma lo scoppio del
secondo conflitto mondiale era destinato a
cambiare la sua vita. Sotto i bombardamenti
perse la madre e altri familiari (n.d.w.:1).
Raggiunta la maggiore età, lavorò nei cantieri
navali della Bretagna e nel 1947 partì alla
volta di Bruxelles. Un trasferimento che sarà
assistito da una buona stella. Nel frattempo
era nata una nuova attrazione, quella per i
motori. Una scintilla scoccata dopo che aveva
assistito alla 24 Ore di Le Mans insieme al
padre, che ben presto iniziò a fondersi con la
passione per le arti figurative. Nella
capitale belga hanno sede importanti editori
che hanno attirato illustri fumettisti. Graton
inizia così a mostrare le proprie tavole ed
arrivano le prime collaborazioni, come le “Le
Belles Histoires de l’Oncle Paul” per la
rivista “Spirou”. (n.d.w.:2)
Una delle principali abilità di questo giovane
disegnatore è quella di raffigurare scene
sportive rendendole molto dinamiche e reali. E
proprio grazie a questa attitudine viene
chiamato da uno dei maggiori quotidiani belgi
di lingua francofona "La derniere heure/le
Sport"; una pubblicazione che raggruppa due
giornali in uno. il caso vuole che pure
l'editore fosse appassionato di pistoni,
carburatori e corse: dirigeva infatti il team
automobilistico nazionale belga. Un colpo di
fortuna che portò l'artista a frequentare
piste e stringere samicizia con alcuni piloti
tra cui çLucien Bianchi. Da questo momento
prese corpo l'idea di realizzare un fumetto
ambientato nel mondo delle corse (n.d.w.:3).
Nacque
così Michel Vaillant.
Il grande debutto avvenne sulle pagine di un
altro settimanale blasonato “Tintin” nel
febbraio del ’57. Si trattò della prima di
quattro storie realizzate in prova (n.d.w.:4).
Una sorta di test drive in vista di un
possibile “Gran Premio”, in cui si
materializzò un successo che lanciò sia il
personaggio che il suo autore verso grandi
traguardi. Del resto Graton amava tantissimo
riprodurre le auto e non ebbe difficoltà a
trasferire sulla carta ciò che la fantasia gli
suggeriva.” Disegnai per la prima volta
Vaillant senza studi e ricerche, – rivelerà
l’autore – lui era nella mia matita, così come
i suoi familiari, coprotagonisti sin dalla
prima storia.” Dapprima Graton venne aiutato
dalla moglie Francine che colorava le tavole,
poi sarebbe stato via via affiancato da un
gruppo di validissimi collaboratori. Ma chi è
Michel Vaillant? E’ il secondogenito di Henry
(Henri),
titolare della Vaillante, un’azienda che
costruisce vetture sportive. Suo fratello
maggiore Jean-Pierre, ha appeso il casco al
chiodo per dedicarsi alla progettazione dei
modelli che vengono poi pilotati da Michel,
attorno al quale ruotano le figure della
moglie Françoise, di suo figlio Patrick e
del suo miglior amico Steve Warson. Un
pilota statunitense di talento, che in
origine era uno dei più accesi rivali di
Vaillant. Le storie si dipanano tra le più
prestigiose competizioni mondiali e spesso
si tingono di giallo, dove Michel deve
fronteggiare avversari senza scrupoli. Primi
fra tutti il team Leader, un’organizzazione
criminale sulla falsariga della “Spectre” di
James Bond, diretta da un personaggio
misterioso e potentissimo, pronto ad usare
qualunque mezzo pur di contrastare la
scuderia francese. Memorabile la sfida
nell’albo titolato “Il Fantasma della 24
Ore.” E che dire del misterioso “Pilota
senza volto”? Tra i tanti episodi non poteva
certo mancare di vedere Vaillant in azione
nel G.P. d’Italia. Si tratta del numero 18
uscito nel 1970, dal titolo originale “De
l’huile sur la piste” (tradotto
letteralmente …dell’olio sulla pista),
riadattato nella ristampa italiana con il
più eloquente “Brivido a Monza”. La trama ha
come protagonisti i tre piloti della
Vaillante: Michel, Warson e Jacky Ickx, che
giungono a Monza da dominatori del mondiale.
Un gara che vedrà esplodere una forte
rivalità interna tra Vaillant e Warson, fino
ad un pauroso incidente in cui il francese
uscirà miracolosamente incolume. A trionfare
sarà il terzo incomdo, Ickx. Come in tutte
le sue storie, anche questa è raccontata con
dovizia di particolari sia per quanto
concerne i personaggi, i luoghi e
soprattutto le monoposto. Ed è qui che
emerge quello stile inconfondibile con cui
Graton è sempre riuscito a trasmettere il
senso e l’adrenalina della velocità,
rappresentando graficamente le fasi più
concitate di una corsa. Soprattutto con le
inquadrature in soggettiva, dall’abitacolo.
Si capì subito che il fumetto di Michel
Vaillant era destinato a far breccia sia tra
gli appassionati delle competizioni, che tra
gli addetti ai lavori, piloti compresi.
Graton raccontò che fu lo stesso Ickx a
chiedergli di poter figurare all’interno di
un episodio della serie. In quel periodo il
belga era in forza alla Ferrari ed invitò
Graton a Monza, dove potè assistere in
diretta e dai box del Cavallino, al suo
primo gran premio di F.1. E per
riconoscenza, Graton modificò la
sceneggiatura facendo trionfare l’amico
Jacky. Un’esperienza indimenticabile e
utilissima per la realizzazione delle
tavole. Da buon perfezionista, Graton amava
documentarsi il più possibile frequentando
le piste e i box dove conobbe di persona
piloti, tecnici, meccanici, giornalisti e
fotografi. Quella strana fauna che popola i
circuiti e che non finì mai di fornirgli
spunti ed idee per alimentare quelle
avventure che gli avrebbero conferito fama e
successo. E tra le tante iniziative prese
corpo un nuovo personaggio al femminile,
Julie Wood. Una bionda ed affascinante
pilota motociclista le cui storie vennero
pubblicate tra il 1976 ed il 1980. Dopodichè
quest’eroina entrò a far parte nella
galassia di Vaillant. Nel 1981 nacque la
“Graton Editeur”, la casa editrice in cui a
partire dal ‘94 iniziò a collaborare anche
il terzogenito di Graton, Philippe di
professione scrittore e fotografo, che ha
proseguito la pubblicazione degli albi. Un
leggenda che nel frattempo era sbarcata sul
piccolo schermo con una serie di telefilm e
di cartoni animati. E che nel 2003 uscì
nelle sale cinematografiche col film
“Adrenalina Blu” sceneggiato da Luc Besson.
Nell’ottobre del 2020, la “Graton Editeur”
venne rilevata dalle “Editions Dupuis”, un
popolare marchio belga in campo editoriale,
che in passato aveva diffuso popolari
personaggi dei cartoons, quali “Spirou”,
“Lucky Luke” ed i “Puffi.” Tra gli ultimi
soggetti, uscito in Italia nel novembre
scorso col titolo “13 Giorni”, c’è il
ritorno in Formula Uno di Vaillant, dopo
essere caduto momentaneamente in disgrazia.
Il francese è chiamato a sostituire in
extremis Nico Hulkenberg sulla Renault ed ha
pochissimi giorni per rimettersi in forma e
giocarsi al meglio questa grande chance:
vietato sfigurare nel Circus ormai dominato
dalla Mercedes di Lewis Hamilton. Con la
scomparsa di Graton, se ne va un talento
unico nel suo genere, che però ci lascia in
eredità un mito indissolubile, quello di
Michel Vaillant.
(n.d.w.:1
Graton non ha perso la madre sotto i
bombardamenti ma prima della guerra, nel 1934, a
causa di un ictus, quando lui aveva appena 11
anni.
(n..d.w.2)
per maggior chiarezza: Graton lavora alla
rivista per ragazzi Spirou
solo dopo aver prodotto disegni a carrattere
sportivo e pubblcitario al quotidiano "La
derniere heure / Les Sports".
(n.d.w.:3)
all'epoca Graton non aveva ancora pensato di
diventare un fumettista. Questa professione gli
fu proposta (e la imparò) solo nel 1951 dopo
aver presentato i suoi disegni sportivi e
pubblicitari (fatti prevalentemente per il
quotidiano
"La derniere heure/Les Sports")
alla World Press, ricevendo la proposta di
entrare nel gruppo di disegnatori del
settimanale per ragazzi
Spirou. Graton disegnò la prima storia
breve di Michel Vaillant, "Bon sang ne peut
mentir", solo dopo il suo passaggio da Spirou
a Tintin
(n.d.w.:4)
le storie brevi sono state 5 ("Bon sang ne peut
mentir", "La 24e heure", "La Vaillante
Marathon", "La clé de douze" e "bagarre sur la
Nationale 7")
Addio a Jean Graton,
il creatore di Michel Vaillant che ha fatto
sognare
tanti piccoli appassionati di motorsport
22 gennaio 2021 -
E' scomparso all'età di 97 anni a Bruxelles
il padre del fumetto che ha cresciuto intere
generazioni
di amanti dei
motori
E’morto a Bruxelles,
all’età di 97 anni, Jean Graton, il creatore
del celebre fumetto Michel Vaillant, che ha
fatto sognare migliaia di piccoli
appassionati di motori.
Le avventure del coraggioso e intrepido
pilota, probabilmente, sono state la radice
della passione che, poi, ha caratterizzato
l’amore per gli sport motoristici di quei
bambini una volta diventati adulti.
Un amore che era viscerale anche per lo
stesso Graton, tanto che in molte sue
avventure il protagonista del fumetto finiva
per coinvolgere piloti veri e grandi
protagonisti del mondo dei motori, grazie
proprio alle amicizie che Graton era
riuscito a stringere girando i circuiti di
tutto il mondo e frequentando i suoi stessi
beniamini.
Dalla carta alle pellicole, Michel Vaillant
è stato anche protagonista di un film
prodotto da Luc Besson e girato durante
un'edizione della 24 Ore di Le Man.
La
leggenda di Michel Vaillant, lo strepitoso pilota
di Jean Graton raccontato da Andrea Artusi
di Cosimo Curatola
Jean
Graton, scomparso all’età di 97 anni, era
il papà dell’intrepido Michel Vaillant,
eroe dei fumetti su quattro ruote. Andrea
Artusi, autore della Sergio Bonelli
Editore e grande appassionato di motori,
ce lo racconta in esclusiva per Men
on Wheels.
Jean Graton se n’é andato all’età di 97
anni dopo aver acceso la passione per i motori
a un indefinito numero di generazioni. Il suo
Michel Vaillant è l’eroe che tutto può, ma in
macchina. Il suo superpotere è quello di far
andare forte le quattro ruote, di inventarsi
il sorpasso, di spingere l’auto fino alle
lacrime. Sue e del motore. Un potere che
mescola realtà e poesia, perché le macchine
esistono sul serio e chi è in grado di farle
volare anche. Per sé stessi, ma anche per chi
guarda e si appassiona. Di corse, di
personaggi e di storie. Abbiamo chiesto ad
Andrea Artusi, autore della Sergio Bonelli
Editore (Nathan Never, Martin Mystère, Dampyr,
Dylan Dog) nonché grande appassionato di
motori, di raccontarci il mito di Jean Graton
e di Michel Vaillant. “Jean Graton è stato un
pilastro della BD francese - spiega Artusi -
la Bande Dessinée, come chiamano il fumetto in
Francia. Dico francese e non belga perché
spesso molti lo confondono in quanto ha
passato tanti anni a Bruxelles, ma viene dalla
Bretagna. Graton è cresciuto nel mondo delle
corse, di cui è stato appassionato fin da
bambino. Suo padre era un motociclista, lo
metteva seduto sul serbatoio della moto e lo
faceva girare. Gli regalò un motorino quando
lui avrebbe voluto una bicicletta, cose così.
Dopo la guerra Graton ha iniziato a lavorare
come meccanico, anche se in realtà voleva
disegnare. Così si è trasferito dalla nonna (dalla
zia), a Bruxelles, dove ha cominciato
a lavorare come quello che oggi definiremmo
grafico pubblicitario. Poi, quasi casualmente,
si ritrovò a lavorare per la rivista
Les Sports e iniziò a disegnare, come si
faceva all’epoca (penso alla domenica del
Corriere), le illustrazioni delle vicende
sportive. Al tempo infatti non c’era copertura
e spesso mancavano le foto, così lo sport
veniva spesso illustrato. Lui fece questa cosa
per diversi anni, finché non venne contattato
dall'agenzia World Press
che vedendo i suoi lavori gli propose di fare
delle collaborazioni con altri autori, su
sceneggiature altrui (n.d.w.:1).
Questa cosa evolvette finché un giorno gli
capitò l’occasione della vita: un personaggio
suo". "Si propose a una
grossa casa editrice francese, éditions du
Lombard che pubblicava all’epoca Tin Tin (Tintin), e da appassionato di
motori, mise insieme tutte queste cose e
creò un personaggio assolutamente francese,
ossia Michel Vaillant. Ma dato che l’editore
temeva che non avrebbe avuto abbastanza
materiale per andare oltre alle prime
puntate, Graton mise dentro tutta una serie
di altre caratteristiche che lo aiutarono
poi a sviluppare altre storie. Da qui nasce anche
l’idea che lui sia figlio di un costruttore
d’auto, Vailliant per l’appunto. Questo gli
permette di spaziare ed inserire altri
personaggi come Steve Warson, il grande
amico, o la motociclista Julie Wood,
costruendo un vero e proprio Pantheon di
personaggi. Così le storie di Michel
Vaillant diventano sempre più ricche ed il
successo è da subito straordinario,
mondiale. All’inizio disegna tutto lui,
aiutato solo dalla moglie per quanto
riguarda i colori, poi l’impegno diventa
così grande che si trova costretto a mettere
in piedi un piccolo staff. La pignoleria
nella realizzazione delle auto, il dettaglio
meccanico… è tutto notevolissimo e diventa
un vero marchio di fabbrica". "C’è da dire anche che
Graton aveva un buon rapporto con alcuni
piloti, ad esempio Jacky Ickx, che conosceva
già da bambino. Così un giorno gli chiese se
gli sarebbe piaciuto apparire in uno dei
numeri di Michel Vaillant, e lui rispose che
sì, certo. Ma Graton gli spiegò che avrebbe
dovuto perdere la corsa… e Jacky Ickx gli
disse qualcosa del tipo “se devo proprio
perdere, mi va bene farlo dietro a Michel
Vaillant”. Così
nelle storie di Vaillant hanno cominciato ad
esserci personaggi reali, rappresentati
anche in maniera molto precisa e realistica
nelle sue storie. Michelle
Vaillant è diventato un franchise
fortissimo, paragonabile a personaggi come
Asterix o Tin Tin se pensiamo al fumetto
francese, al punto che quando Jean Graton ha
smesso di lavorarci il suo team ha
continuato, prendendo in mano il personaggio
per reinventarlo. C’è
stato anche un film, si chiama Adrenalina
Blu (n.d.w.:2),
con la sceneggiatura di Luc Besson (Léon,
Nikita e altri, ndr.). E lì, dovendo
scegliere un’auto sportiva marchiata
Vaillante, scelsero una Pagani, rimarchiando
una Zona come Vaillante. Per il film hanno
ripreso una delle storie più amate dal
pubblico, “Il Fantasma della 24 Ore”,
davvero molto bello, tra le oltre 70
avventure a fumetti pubblicate in
altrettanti volumi" (n.d.w.:3).
Cosa ti ha
lasciato di più come disegnatore? La grande
precisione nel disegnare i mezzi, il tratto?
“Non solo,
c’erano tante cose davvero straordinarie.
Sicuramente l’accuratezza nella riproduzione
delle auto, leggendaria. Poi c’era il fatto
che lui, dato che molte delle auto erano
marchiate Vaillante, spesso le inventava.
Ed erano bellissime. Aveva davvero un grande
talento per il design, faceva dei piccoli
capolavori. Va detto anche che Graton aveva
una grande capacità di rendere il senso di
velocità, di azione con le auto, una cosa
per nulla facile. Mi è capitato di disegnare
delle scene con degli inseguimenti per
esempio…e non è banale. Lui in questo era un
maestro. Un grande narratore per immagini,
tipicamente inserito nella tradizione
francese che è molto esigente, vuole una
rappresentazione precisissima. Oggi c’è una
grande linea di merchandising che riprende
le auto inventate da Graton, le più celebri
sono oltre la quarantina e venivano
progettate da lui in prima persona.
Costruiva con attenzione il disegno in modo
da poterlo poi riprodurre dalle più diverse
angolazioni, sempre in maniera precisa”. Quindi faceva un vero
e proprio studio di design sulle auto
comparse nei fumetti. “Si,
considera poi che ci sono le Vaillante. da GT, da Formula 1 e
addirittura da Stock Car. Personalmente il
mio albo preferito è Le Circque
Infernal, il circo infernale, che è proprio
dedicato ai campionati di Stock Car. E lì
c’è una Vaillante fatta da lui,
inventata. Altra cosa molto bella è che
Graton, essendo un grande esperto di
motorsport, frequentando il mondo delle
corse e conoscendo i piloti, inseriva nelle
sue storie tantissime informazioni
estremamente precise. Ricordo, ad esempio,
quando spiegò come sono fatte le macchine
dello Stock Car, in cui i piloti entravano
dal finestrino perché le portiere erano
bloccate dal roll-bar interno. Michelle
Vaillant non è stato solo un grande fumetto
d’avventura e di auto, ma un vero strumento
divulgativo". (n.d.w.:1)
non
viene chiamato dall'agenzia Word Press ma, nel
1951, vi si rivolge lui in cerca di integrare lo
stipendio di Les Sports. La World Press gli
propone di fare fumetti per il settimanale
Spirou e Graton accetta. Successivamente Graton
opta per andare al settimanale Tintin dove, dopo
aver disegnato oltre una trentina di storie
brevi, gli viene proposto di farne alcune con un
personaggio tutto suo. Nel 1957 nasce così
Michel Vaillant, nella prima storia breve "Bon
sang ne peut mentir".
(n.d.w.:2)
il
titolo originale del film è "Michel Vaillant",
solo nella versione italiana è stato cambiato in
"Adrenalina blu - La leggenda di Michel
Vaillant".
(n.d.w.:3)
il film ha una trama del tutto originale con
soltanto dei piccoli riferimenti ad alcuni
album. Ad es.: il sogno della madre all'inizio
si riferisce a "Le 13 est au depart". La
presenza del nemico "storico", il Leader, (peraltro
rappresentato dalla figlia)
a "Le phantome des 24 heures", ecc.
Se ne è
andato a 97 anni a Bruxelles il fumettista
francesce Jean Graton, il papà di Michel
Vaillant il pilota più longevo (ed
eclettico) della storia. Nato a Nantes nel
1923, Jean Graton è morto per cause
naturali a poche settimane dalla
pubblicazione del volume Michel Vaillant
Nouvelle Saison 9 – Duels.
La prima corsa di Michel Vaillant risale
alla fine degli anni Cinquanta: prima
apparizione nel 1957, primo albo nel ’59. La
prima gara apparve su Tintin e la storia era
intitolata Bon sang ne peut mentir (“Buon
sangue non mente”). Non ha più smesso di
correre. Ha affrontato tutti i migliori
campioni del nostro sport. Da Jackie Stewart
fino a Michael Schumacher e oltre…
Credo che tutti i frequentatori di questi
blog abbiano letto almeno una delle sue
avventure perchè Vaillant in fin dei conti
incarna il sogno di noi appassionati. Corre
su qualsiasi tipo di auto, dalla Formula 1
all’Endurance fino alla Dakar e diventa
avversario e amico di quasi tutti i nostri
eroi… Ricordo le prime storie lette da
ragazzo quando Vaillant prendeva spazio a
Topolino e Diabolik. E ricordo bene come
qualche anno fa in Gazzetta promossi insieme
al mitico Fabio Licari (uno dei più grandi
esperti di fumetti in Italia) la
ripubblicazione delle sue storie… fu un
successo perché anche in Italia sono in
tanti gli amanti di questo pilota andato
oltre ogni fantasia. Ha corso in tutte le
categorie, ha affrontato i migliori, li ha
battuti. E nella realtà tutti sono diventati
suoi amici, da Ickx a Stewart, ad Arnoux che
una volta a Modena inauguro una mostra
dedicata a quelle raccolte. Michel correva
sulla Vaillante, l’auto della scuderia di
famiglia gestita dal padre e dal fratello.
La Ferrari dei fumetti… con la “V” bianca
nel cerchio rosso e blu al posto del
Cavallino.
“Quando lo
proposi al direttore capo mi disse “O.K.
fai un pilota, ma dopo due storie cosa gli
farai fare ?” ed io risposi: “Vedremo!”.
Così ho prodotto 5 storie complete di
quattro pagine l’una, per saggiare il
successo del personaggio. Fu ben accolto e
allora cominciai “LA GRANDE SFIDA”…. “Scegliendo il
personaggio decisi per un pilota da corsa
– raccontò in un’intervista – Occorreva un
nome che potesse stare alla pari con
quello degli eroi dell’ epoca, che avevano
nomi “prestigiosi”, senza macchia, non
come adesso. All’epoca il nome VAILLANT ha
prodotto Vaillante. Mi chiedono spesso a
quale auto mi sono ispirato: ho creato le
auto secondo i miei gusti, le mie
preferenze. E’ evidente che non potevano
sembrare auto americane, ed anzi erano
quasi sempre di ispirazione italiana.
Penso che delle auto che vedevo,
trattenevo i particolari che mi piacevano
di più. Ciò non toglie che le Vaillante
erano “inedite”, erano auto molto
“personalizzate”.
Graton ci ha anche regalato delle storie
speciali dedicate ai grandi delle corse.
Altri pezzi di bravura perché era un maniaco
dei dettagli e un grande appassionato…
Vaillant è passato anche dai fumetti al
cinema con un regista di tutto rispetto come
Luc Besson, ma Adrenalina Blu non è certo
stato un prodotto all’altezza dei fumetti…
Addio
a Graton, la leggenda dei fumetti
che
ha raccontato la Formula 1 (e Monza)
con Vaillant
di Massimiliano Rossin
È
morto a Bruxelles Jean Graton,
leggenda del fumetto internazionale
che
ha inventato le avventure del pilota
Vaillant e che ha raccontato la
Formula 1 e l’autodromo di Monza.
Ci sono i buoni e
i cattivi e non potrebbe essere
diversamente: non solo perché è il mondo
dei motori e della Formula 1 e quindi è
una sfida perenne ad altissima tensione;
ma anche perché si tratta di un fumetto
– anzi di una lunghissima carriera in
punta di china – e quindi le storie
devono avere protagonisti e antagonisti.
«Monza ha un suo
debito di riconoscenza verso Michel
Vaillant, per le numerose volte in cui
il circuito monzese è stato teatro delle
imprese dei piloti della serie, e il
particolare per l’avventura “Brivido a
Monza”» aveva detto ancora Bona. Le
prime avventure disegnate da Graton
risalgono al 1957 e sono pubblicate per
l’edizione belga della rivista Tintin,
all’inizio solo con una storia breve.
Sono bastati due anni per trasformarsi
in una serie in albi. La carriera del
pilota è lunghissima, nelle mani delle
leggendario fumettista: dura settanta
albi ufficiali, l’ultimo dei quali del
2007, oltre alle storie brevi (decine) e
gli albi fuori serie. E questo solo per
la saga firmata dal padre: Philippe
Graton ha inaugurato la Nouvelle saison
nel 2012 producendo non meno di
un’uscita all’anno. Il protagonista
della lunga saga è un pilota nato in
Francia che si appassiona al mondo dei
motori grazie al lavoro del padre.
Inizia con un rally e poi passa alla
Formula 1 e ad altre serie mettendo in
fila la vittoria di almeno quattro
campionati del mondo in F1, quelle alla
24 Ore di Le Mans, Indianapolis,
Daytona, la 12 ore di Sebring e
addirittura una Parigi-Dakar. Più
lentamente di noi, ma invecchia anche
Michel Vaillant: si sposa, ha un figlio,
che ormai nella nuova stagione ha l’età
che Michel aveva nel 1957.
Ci ha pensato
il Michel
Vaillant fan club italiano
a ricapitolare tutte le volte che
il pilota è passato da Monza: la prima
risale al 1960 (pubblicato in Italia tre
anni dopo) ed è “Il pilota senza volto”,
che riporta anche la mappa
dell’autodromo di Monza prima delle
varianti. “Il circuito di Monza è uno
dei primi tre impianti stabili per corse
automobilistiche costruiti al mondo –
scrive il fan club – . Il suo tracciato
ha ospitato spessissimo le imprese di
Michel Vaillant. A partire dal secondo
album della serie normale fino agli
album più recenti. Non dimentichiamo poi
che Jean Graton ha ambientato un intera
storia a Monza e dintorni (Brivido a
Monza)”.
Se n’è andato Jean Graton, il
creatore di Michel Vaillant
di
Fiorenzo Delle Rupi
Jean
Graton, famoso autore di
fumetti e figura nota agli appassionati
di motori come il creatore di Michel
Vaillant, è morto oggi, giovedì
21 gennaio.
Nato a Nantes nel 1923, Jean Graton è
stato un fumettista eccezionale
appartenente alla generazione di mostri
sacri dei fumetti franco-belgi insieme a
Goscinny, Uderzo, Charlier, Peyo, Roba,
Franquin e altri. Presso gli
appassionati di motori, Jean Graton è
noto come l’autore delle mille avventure
di Michel Vaillant.
Questo il comunicato con cui lo salutano
e lo ricordano le edizioni Dupuis:
Jean
Graton si è spento serenamente a
Bruxelles all’età di 97 anni,
circondato dalla sua famiglia. Vero
ambasciatore del motorsport, creò una
famiglia, un’azienda e un marchio, che
ancora oggi splendono nelle librerie e
nei circuiti automobilistici. Molti
dei lettori di Michel Vaillant sono
diventati piloti di F1, importanti
giornalisti e persino autori di
fumetti a loro volta. Jean Graton
sapeva trasmettere la sua passione con
stile.
È stato il primo a capire che per
raccontare storie bisognava essere
ispirati dalla realtà. Jean Graton ha
partecipato a gare in ogni angolo del
mondo, stringendo amicizia con i piloti,
i team manager e i manager delle
squadre. Visitava i circuiti e
accumulava migliaia di foto e documenti
per dare alle sue opere il migliore
marchio di autenticità. Questa cura per
il realismo e il suo innato senso del
movimento e della narrazione hanno fatto
di Michel Vaillant una serie esemplare e
rispettata da tutti gli amanti del
motorsport. Le avventure di Michel
Vaillant sono arrivate più di una volta
a confondersi con la realtà, come ai
tempi del Courage Vaillante alla 24 Ore
di Le Mans 1997 o, più recentemente,
delle Vaillante Rebellions, sempre sulla
classica Le Mans. Il Circuit de la
Sarthe permise anche a Graton di girare
alcune scene per il lungometraggio
uscito nel 2003. L’eroe del fumetto
continua a vivere nuove avventure sotto
la guida di Philippe Graton, figlio
di Jean.
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