
HANNO SCRITTO...
Raccolta di
recensioni, critiche, articoli, e...tutto quello
che è stato scritto in Italia su Michel Vaillant, sul
suo creatore,
sugli attuali realizzatori e sulle nuove storie.
(pag. 6 di 6)
LA NASCITA
DI MICHEL VAILLANT
Il 22
febbraio 2021 Marco Di Geronimo scrive, sul sito www.fuoritraiettoria.com
un bell'articolo che tratta della notizia, del tutto errata
che da tempo circola in rete circa la nascita del
personaggio creato da Jean Graton. Un apprezzabilissimo
appoggio alla "nostra causa" per la diffusione della verità
!

http://www.fuoritraiettoria.com
L’assurda
fake news sulla nascita di Michel Vaillant
(articolo
di Marco Di Geronimo)
Meraviglia del web: esistono
fake news pure su Michel Vaillant.
Banalità delle banalità, il falso è sulla
nascita. Mezzo Internet si è convinto che l’asso
francese ha esordito in una storia breve
intitolata Senza
rancore. Ovviamente non è così. E
qualcuno non ci sta.
È
il 3 ottobre
1956. Esce il numero 40 di Tintin
in Belgio. Tra le storie a fumetti, ce n’è una di
Jean Graton, nella quale un meccanico italiano si
ritrova tra le mani il volante di un’auto da
corsa. Il centro della narrazione è un episodio
di fair-play
(come decine e decine ce ne saranno nella saga di
Michel Vaillant), che dà per questo il nome alla
storiella. L’albo di Tintin viene stampato, arriva
in edicola, passa di mano in mano, e finisce sulla
mensola di tutti i suoi lettori, ben pigiato tra i
precedenti e quelli successivi. Niente
di eccezionale. Stessa sorte per la
storia, che per ragioni editoriali uscirà
nell’edizione francese di Tintin soltanto qualche
mese dopo (3
gennaio 1957).
Questo è. Non c’è altro. Soprattutto, non
c’è Michel Vaillant. Il meccanico
italiano, oltre a non essere francese, non è
neanche il figlio di Henri Vaillant (si
chiama Franco
Moriani), né tantomeno guida una
Vaillante. Il nostro francesino preferito
– Pierre Gasly, perdonaci se
puoi – nasce
solo un mese dopo, il 7 febbraio 1957.
L’unico punto di contatto è una
certa somiglianza estetica tra i
disegni dei due protagonisti. Certo, da tempo papà
Graton si sbizzarriva a studiare i tratti del
futuro personaggio, disegnandolo “sotto falso
nome” in altre storie brevi. È un percorso comune
a tutti i disegnatori. Non
per questo qualcuno confonde Topolino e il
coniglio Oswald. La storia
giunge alle orecchie di Fuori Traiettoria grazie
a Gianfranco
Castellana, webmaster del
fan-site italiano dei Vaillant.La circostanza non
è delle più allegre. Jean Graton ci ha lasciato da
pochi giorni e ci si sente, in fondo,
anche per condividere quel granello di malinconia,
di tristezza, sì diciamolo, finanche
di dolore che colpisce gli
appassionati, improvvisamente
orfani del loro grande narratore. È pure
occasione per condividere un fastidio momentaneo:
«Dal canto mio
sto cercando di far
correggere tutti gli articoli nei
quali viene dichiarato che la prima comparsa di
Michel Vaillant è avvenuta nella storia breve “Senza rancore“…
notizia assolutamente fantasiosa, purtroppo
riportata da qualcuno su Wikipedia italiana».L’informazione
stuzzica, c’è il tempo per un paio di click. Inutile dire che
sulle Pagine dei Fan
Italiani c’è un
articolo ghiottissimo sull’argomento,
una requisitoria piena di dati, date, vignette e
numeri di Tintin che smonta pezzo per
pezzo la fake
news. Fa quasi strano dirlo eppure è roba
vecchia, tipo
la morte per overdose di Tonio Cartonio (che
invece vive e lotta insieme a noi, nonostante sia
stato vittima della prima fake news del Web quando
Facebook muoveva ancora i suoi primi passi). L’errore è del 2017
e nonostante sia stato contestato e corretto più
volte, ci sono cascati in parecchi. Tutto comincia per
colpa di
un articolo un po’ disinvolto nella
verifica delle fonti. Le Pagine non lo
citano – cavalleria d’altri tempi! – ma esiste davvero,
l’abbiamo letto, e tuttora insiste a
definire Sans
racune storia d’esordio del grande
campione. Vogliamo citarlo noi? No, non c’è
bisogno: anche per noi ciò che conta è la verità
editoriale, e non la gogna pubblica. Senza
rancore. (Il più curioso, dopotutto, non
ha che da ragionare un pochino: un modo banale per
rintracciarlo c’è). Insomma,
dicevamo, questo
articolo dà il la al balletto folle.
Una semplice somiglianza tra i due protagonisti
tramuta una storia breve di Tintin nel numero
zero di Michel Vaillant. L’informazione rimbalza su
Wikipedia e da lì su parecchi altri
articoli, perfino della stampa specializzata.
Ormai la fake news è ovunque: tutti
sanno che è falsa, ma tutti continuano a
ripeterla. E pensare che la saga è stata ristampata
interamente pochi anni fa, indicando
correttamente Buon
sangue non mente come storia di
esordio del buon Michel! Ma
insomma, non si può perdonare una svista? Il sosia
di Michel Vaillant, Franco Moriani, non è in un
certo senso egli stesso Michel Vaillant? No, perché ci
somiglia meno di altri sosia precedenti.
Nove mesi prima di Sans racune, riporta
Castellana, si dà alle stampe Vainqueur
pour abandone: protagonista un giovane
pugile, identico
a Michel. Tre anni e due mesi prima
di Sans
racune era stata la volta di un
giocatore di hockey (La
revanche de Terry). Mancano le
automobili? Possiamo darvi anche le
automobili. Sa
premiere ronde, data alle stampe ben tre
anni e quattro mesi prima di Sans
racune (è il
1953): storia breve in cui Frans
Gossellins, pilota (e non meccanico) che corre e
vince una corsa fingendosi un collega. Senza giri di
parole, definire Sans racune la
prima storia di Michel Vaillant è falso, falso
sotto tutti i punti di vista. In primis,
perché non c’è Michel. Dopodiché, perché di suoi
sosia, Graton ne ha impiegati diversi in varie
storie precedenti. E poi perché, se
le biografie ufficiali del fumetto indicano
come storia d’esordio Bon
sang ne peut mentir (e altre quattro
storie brevi subito successive), ci sarà un
motivo, no? Anche perché non esiste Michel
Vaillant senza la Vaillante, senza la Jonquiere,
senza Steve Warson e tutto il suo universo. Cosa ci insegna questa
storiella? Una verità banale: Wikipedia
non è oro colato. Un articolo qualunque è
bastato ad aggiungere una riga sbagliata, e quella
riga ha tratto in inganno agenzie stampa, giornali
autorevoli, blog seguitissimi, di tutto di più.
Potreste obiettare che l’unica fonte (finora
citata) di questo articolo è un altro articolo
qualunque, pubblicato online. Peccato che si
tratta di un articolo che si basa su
fonti francesi, su tutti i fumetti
citati, sulle biografie ufficiali dei personaggi e
degli autori. Chi vuole verificare di persona,
d’altronde, ha un metodo estremamente economico
per farlo. Gli
basta comprare il
primo numero di Michel Vaillant pubblicato dalla
Gazzetta dello Sport (QUI). E a pagina 48, appena
prima proprio di Buon sangue non mente,
troverà un riquadretto a firma Jean Graton. Ve lo
riportiamo: «È la prima volta che
ho disegnato Michel Vaillant, in un
appartamento al settimo piano di Quai à la
Houille. Senza studi né ricerche. Michel
Vaillant era già nella mia matita, come i suoi
familiari, coprotagonisti fin
da questa prima storia».
Sulla stessa pagina c’è la copertina del n.
47 del 1957 di Tintin, l’albo (dell’edizione
belga) in cui fu stampata Bon sang ne peut
pas mentir (era il 20 novembre 1957: stavolta
era stata l’edizione francese a precedere la
consorella, di circa nove mesi). Volendo ci
si può anche lanciare nelle identiche ricerche che
ha svolto Gianfranco Castellana. Ma di fronte alla
voce dell’autore, direi che possiamo anche
fermarci qui. E
magari finirla di rilanciare una fake
news che non rende onore al
giornalismo italiano.
PS. Qualcuno corregga Wikipedia.
N.d.W.:
anche grazie a questo articolo, finalmente, il
riferimento alla primissima apparizione di
Michel Vaillant è stato corretto su Wikipedia
italiana.
|
PADDOCK:
JEAN GRATON E MICHEL VAILLANT
Nel numero 248 del febbraio/marzo
2021 la rivista "Paddock"
pubblica due begli articoli sull'opera di Jean Graton e
sull'avventura della Vaillante Rébellion alla 24 ore di Le
Mans.

GRATON & VAILLANT
IL FUMETTO PIU’ VELOCE DEL MONDO
di Carlo Baffi
È
stato uno dei più grandi illustratori e
fumettisti a livello mondiale. Parliamo di
Jean Graton (10 agosto 1923 - 21 gennaio
2021). Una celebrità riconosciuta da tutti
grazie alla sua più celebre creatura: Michel
Vaillant. Un campione che corre da oltre 60
anni nelle più svariate categorie. Ha
sfidato i più grandi fuoriclasse a partire
dalla fine degli anni ’50 fino ad oggi. Con
tutto rispetto non ci sono Clark, Graham
Hill, Lauda, Prost, Senna, Schumacher e Loeb
che tengano. Vaillant è un eroe di carta che
poteva scaturire solo da una creatività
geniale come quella di Graton. La sua
giovinezza non fu certo rosea. Rimasto solo
dovette affrontare la vita con le sue forze
e 19enne trovò impiego presso i cantieri
navali della sua città, Nantes, durante
l’occupazione. A seguito dei bombardamenti
l’attività dei cantieri di fermò e lui
dovette sfollare. Intanto però la sua
passione per le arti figurative cresceva,
così come l’attrazione verso le automobili
da corsa. La folgorazione era avvenuta nel
1937 quando aveva assistito alla “24 Ore di
Le Mans” vinta dalla Bugatti numero due di
colore blu della coppia Wimille-Benoist.
Anni dopo Graton, quando creò la saga di
Vaillant pensò al capostipite della
famiglia, Henri
Vaillant ispirandosi alla figura di Ettore
Bugatti, e la Vaillante da corsa non poteva
che essere blu. Dopo la guerra, Graton partì
alla volta di Bruxelles dove poteva contare
sui suoi parenti. Nella capitale belga si
trovavano importanti editori che avevano
calamitato l’interesse dei più illustri
fumettisti. Graton iniziò così a mostrare le
proprie tavole nelle varie redazioni ed
arrivarono le prime commissioni di lavoro,
come le “Le Belles Histoires de l’Oncle
Paul” per la rivista “Spirou”. Una delle
peculiarità di questo giovane disegnatore
era la raffigurazione delle scene sportive,
dinamiche e reali. Venne assunto da uno dei
maggiori quotidiani belgi di lingua
francofona “La Derniere Heure/ Le Sport”. Il
caso volle che pure l’editore fosse
appassionato di corse, dirigeva infatti il
team automobilistico nazionale belga. Un
colpo di fortuna che portò l’artista a
frequentare le piste e stringere amicizia
con alcuni piloti, tra cui Lucien Bianchi.
Da quel momento prese corpo l’idea di
realizzare un fumetto ambientato nel mondo
delle corse. Fu il preludio alla nascita di
Michel Vaillant, il cui debutto avvenne
sulle pagine di un altro settimanale
blasonato “Tintin” nel febbraio del ’57. Ma
chi è Michel Vaillant? Ha circa trent’anni,
alto dal fisico perfetto e con un sorriso
accattivante. È il secondogenito di Henri,
il titolare di un’azienda che costruisce
vetture sportive. Suo fratello maggiore
Jean-Pierre, ha appeso il casco al chiodo
per dedicarsi alla progettazione dei modelli
poi pilotati da Michel, attorno al quale
ruotano le figure della moglie Françoise, di
suo figlio Patrick e del suo miglior amico
Steve Warson, un pilota statunitense di
talento, che in origine era uno dei più
accesi rivali di Vaillant. Le storie si
dipanano tra le più prestigiose competizioni
mondiali dove i circuiti sono riprodotti con
precisione, spesso con viste panoramiche
dall’alto con indicati i nomi delle curve.
Senza contare le sequenze in soggettiva
dall’abitacolo che permettono al lettore di
calarsi ulteriormente nell’atmosfera della
competizione. Uno stile con cui Graton è
sempre riuscito a trasmettere un’adrenalina
inconfondibile. Era in grado di visualizzare
pure i rumori: dal rombo dei motori, allo
stridio dei freni, fino al sibilo degli
pneumatici. Un’altra caratteristica è il
costante accostamento con la realtà nelle
diverse epoche. Dai mezzi ai personaggi
reali. Peter Collins, Fangio (n.d.w.:
Fangio non comparve mai nelle storie di
Michel Vaillant. A lui, comunque,
Philippe Graton dedicò uno dei volumi
della collana documentaristica
Dossiers), Hawthorn,
Bianchi e Behra furono i primi a figurare
nelle tavole, seguiti poi da Surtees, Graham
Hill, Stewart, Rindt, per arrivare ai piloti
moderni. Gli stessi campioni ambivano a
comparire nelle tavole di Graton, questo
perché avevano letto Vaillant sin da
ragazzi. Ne sono un esempio Prost, Alboreto,
Alesi, Arnoux. Lo stesso Jackie Ickx gli
chiese di voler sfidare Michel. La replica
al belga fu: «Guarda che non vincerai
spesso». La risposta fu eloquente: «Arrivare
alle spalle di Vaillant, non è un disonore».
In quel periodo Ickx era in forza alla
Ferrari ed invitò Graton a Monza, dove potè
assistere in diretta e dai box del
Cavallino, al gran premio di F.1. Per
riconoscenza, Graton modificò la
sceneggiatura dell’episodio intitolato
“Brivido a Monza” in cui fece trionfare
l’amico Jacky. Da buon perfezionista, Graton
amava documentarsi il più possibile
fotografando tutto ciò che era presente
sulle piste e nei box. Qui ebbe modo di
conoscere di persona non solo i piloti, ma
pure tecnici, meccanici, giornalisti e
fotografi. Figure che finirono col popolare
le sue storie. Ecco dunque apparire
Ecclestone, Balestre, oppure cronisti del
calibro di Gerard “Jabby” Crombac, o
fotografi blasonati come Bernard Chaier ed
il nostro Ercole Colombo. La presenza
femminile è un altro elemento fisso. Le
donne immortalate da Graton sono sempre
molto seducenti, ma senza mai scadere nella
volgarità. Tra queste troviamo Julie Wood,
una bionda ed affascinante pilota
motociclista le cui storie vennero
pubblicate tra il 1976 ed il 1980 e che
entrò a far parte nella galassia di
Vaillant. Michel si trova spesso a
fronteggiare nemici senza scrupoli. Primi
fra tutti il team Leader, diretto da un
personaggio misterioso e potentissimo,
pronto ad usare qualunque mezzo pur di
contrastare la scuderia francese. Storie
ricche di colpi di scena ed in cui non
mancano gli incidenti. Però malgrado le
violente collisioni raffigurate, con piloti
sbalzati fuori dall’abitacolo, o vetture
avvolte dalle fiamme, Graton non fece mai
morire nessuno. Steve Warson si fratturò le
gambe e nel caso di Michel, la sua scomparsa
apparve solo in un incubo vissuto dalla
madre Elisabeth nell’albo “Il 13° è alla
partenza”. Come detto sopra le vetture la
fanno da padrone. Anche questa tematica è
rigorosamente al pari coi suoi tempi. La
prima Vaillante con la livrea blu (colore
storicamente attribuito alle vetture da
corsa francesi), risaliva al 1958. Poi
seguendo l’evoluzione tecnica, si passò al
motore posteriore, spuntarono gli alettoni e
le prese d’aria sull’airscope, arrivarono le
wing-car e così via fino alle monoposto dei
nostri giorni. Stesso discorso per le auto a
ruote coperte per le gare endurance ed i
rally. Insomma un fumetto senza tempo e
sempre d’attualità che negli anni ha
garantito la crescita del gruppo di lavoro
creato da Graton. Nel 1981 nacque la “Graton
Editeur". In Italia, le avventure di
Vaillant vennero dapprima pubblicate da
Mondadori con i “Classici dell’Audacia” tra
il 1965 ed il 1967. Poi nel ’68 apparvero
sul “Corriere dei Piccoli”. E nel 2012, “La
Gazzetta dello Sport”, ripubblicò l’intera
collana distribuendola settimanalmente. Una
leggenda inarrestabile che nel 2003 uscì
nelle sale cinematografiche col film
“Adrenalina Blu” sceneggiato da Luc Besson.
Nell’ottobre del 2020, la “Graton Editeur”
venne rilevata dalle “Editions Dupuis”, un
popolare marchio belga in campo editoriale,
che in passato aveva diffuso popolari
personaggi dei cartoons, quali “Spirou”,
“Lucky Luke” ed i “Puffi.” Tra gli ultimi
soggetti, uscito in Italia nel novembre
scorso col titolo “13 Giorni”, c’è il
ritorno in Formula Uno di Vaillant, dopo
essere caduto momentaneamente in disgrazia.
Il francese è chiamato a sostituire in
extremis Nico Hulkenberg sulla Renault ed ha
pochissimi giorni per rimettersi in forma e
giocarsi al meglio questa grande chance:
vietato sfigurare nel Circus ormai dominato
dalla Mercedes di Lewis Hamilton. Con la
scomparsa di Graton, se n’è andato un
talento unico nel suo genere, che però ci ha
lasciato in eredità un mito indissolubile,
quello di Michel Vaillant.
VAILLANTE ALIAS RÉBELLION SFIDA
A LE MANS
di
Massimo Campi
Le
storie del famoso fumetto da corsa si sono
spesso intrecciate con la 24 Ore di Le Mans. Nei
primi decenni dell’attuale secolo sono state due
le volte che Michel Vaillant è sceso in pista
sul tracciato francese. Nel 2002 sono state
iscritte due vetture alla 24 Ore per girare
molte scene in pista del film “Adrenalina blu -
La leggenda di Michel Vaillant” diretto da
Louis-Pascal Couvelaire. La pellicola,
sceneggiata da Luc Besson e Gilles Malençon, è
liberamente tratta dal fumetto ed è stata
interpretata da Sagamore Stévenin e Diane
Kruger. Le sequenze di gara sono state eseguite
dalla barchetta Lola B98/10, marchiata
Vaillante, e dalla Panoz LMP1 Roadster S con i
colori Leader, entrambe gestite dal Team DAMS,
con gli equipaggi Emmanuel Clerico-Michel
Neugarten-Philippe Gache e Perry McCarthy-Marc
Duez-Jerome Policand, entrambe non vennero
classificate. Diverso approccio quello del 2017,
con la sponsorizzazione del Team Rébellion per
pubblicizzare il sesto album della nuova serie
del fumetto da corsa intitolato appositamente
“Rébellion”. Il team partecipava all’intero
campionato Endurance con due prototipi nella
specifica livrea ed il nome di
Vaillante-Rébellion. Nella saga a fumetti a Le
Mans Michel Vaillante è al volante della vettura
n° 13 che corre nella massima categoria dei
prototipi (LMP1), mentre nella realtà la
Vaillante-Rébellion è una LMP2. In gara ci sono
due vetture, la numero 13, “feticcio” nella
saga, e la 31. I piloti veri della
Vaillante-Rébellion per Le Mans sono Nelson
Piquet Jr., Mathias Beche e David Heinemeier
Hansson sulla n°13 e Nico Prost, Bruno Senna e
Julien Canal sulla n°31. Nella storia, assieme a
Michel corre proprio Nicolas Prost già apparso
nella saga. La 24 Ore di Le Mans 2017 vive sulla
grande sfida tra le vetture top ibride e quelle
della seconda classe. Le nuove LMP2 sono sempre
più belle, sorelle in miniatura delle vetture
top, ma con una tecnologia meccanica imposta e
decisamente affidabile. Prima della gara si
annuncia la sfida i top team della categoria,
con la speranza di arrivare in fondo colmando il
gap velocistico di quasi 10 secondi al giro
delle LMP1 con il ritmo di gara costante. La
speranza dei team principali, soprattutto delle
Vaillante-Rébellion, è di arrivare nei primi
cinque, magari approfittando di qualche debacle
di una vettura ibrida. Gara con tempo ottimale
Le Mans 2017 lascia poco spazio ad eventuali
improvvisazioni e sviste causate dal maltempo
con conseguenti incidenti come nelle passate
edizioni. Ma come nei migliori film di azione
una serie di imprevisti hanno ribaltato la
situazione e le piccole LMP2 si sono ritrovate,
la domenica mattina, a combattere per la testa
della gara. La prima Toyota è ko, rimangono le
altre due contro una sola Porsche competitiva,
ma il destino è beffardo, ed anche l’altra
vettura di Kamuy Kobayashi è KO con la frizione
a pezzi. In testa rimane saldamente la Porsche
919 Hybrid n°1. Alle 11 della domenica mattina
succede l’incredibile con la Porsche n°1 che si
ferma mestamente a bordo pista con il motore
ammutolito. Con l’altra Porsche attardata, passa
al comando l’Oreca 07 Gibson di HoPin Tung,
Oliver Jarvis e Thomas Laurent, seguita dalla
Rébellion di Nelson Piquet Junior, David
Heinemeier Hansson e Mathias Beche e dall’altra
vettura della DC Jackie Chan Racing, la n.37,
nelle mani di David Cheng, Tristan Gommendy e
Alex Brundle. Improvvisamente la situazione si
fa molto interessante, con Timo Bernard che
spreme la Porsche n°2 a suon di giri record per
conquistare la vetta. La 919 Hybrid viaggia
dieci secondi al giro più veloce ed a meno di
un’ora dalla fine ripassa al comando. La
bandiera a scacchi sancisce il risultato, prima
la Porsche, seguita dalla LMP2 del Team Jackie
Chan e dalla Rébellion-Vaillante n°13 sul terzo
gradino del podio, ma dopo, durante le verifiche
tecniche arriva la delusione con la squalifica
della Rebellion per aver utilizzato, nel finale
di corsa, una carrozzeria diversa da quella
omologata
(n.d.w.: la carrozzeria era stata
inopinatamente "modificata", con un semplice
foro di un paio di centimetri, per risolvere
un problema di accensione durante i pit
stop...)
|
LA
PRESENTAZIONE DELLA NUOVA BMW M6 GT- VAILLANTE
Il
10 aprile 2021 il sito motorsport.com
presenta la BMW M6 GT3 con la livrea omaggio a Michel
Vaillant ed al suo creatore Jean Graton.
Bellissimo
omaggio del team belga a Jean Graton, creatore
del celebre personaggio dei fumetti, che ci ha
lasciato ad inizio anno. La BMW #10 di
Ojjeh-Klingmann-Liebhauser sarà marchiata dalla
scritta 'Wroooarrr' e dai colori del pilota
francese, che viene riportato sul tetto. Ancora
una volta la Boutsen Ginion Racing sceglie una
livrea particolare per prendere parte al GT
World Challenge Europe. La squadra belga sarà
presente in Endurance Cup per i cinque round del
2021 con la sua BMW M6 GT3 nelle mani di Karim
Ojjeh, Jens Klingmann e Jens Liebhauser. Per
questa stagione, la cosiddetta 'art car' avrà
una colorazione ispirata a Michel Vaillant,
celebre personaggio dei fumetti ideato dal
mitico Jean Graton, scomparso all'età di 97 anni
ad inizio 2021. La BMW #10 sarà
rosso-bianco-azzurra, ossia le tonalità di
Vaillant, e riporterà la scritta 'Wroooarrr'
sulla fiancata, mentre sul tettuccio appare lo
stesso pilota francese con la frase "No,
Michel non si arrende! Anzi!..." L'omaggio non
sarà solo a Graton, ma anche al collezionista di
vetture Jean Blaton, venuto a mancare lo scorso
dicembre a 91 anni e al quale il capo squadra
Thierry Boutsen era legato. Dopo l'a recente
apparizione sulle carrozzerie della Rebellion
alla 24 ore di Le Mans, ecco quindi un altro
tributo a Michel Vaillant, che idealmente
continua a poter correre nella realtà proprio
come faceva negli albi di Graton. Che
nelle case degli appassionati di motori non
dovrebbero mai mancare !
|
UNA
RECENSIONE DI "DUELLI"
Il
7 agosto 2021 sul blog "Che cosa sono le nuvole"
(http:////lucalorenzon.blogspot.com/), Luca Lorenzon
pubblica una recensione di "Duelli", il 9° album della
Nuova Stagione di Michel Vaillant (il 79° dell'intera
saga).
Che
cosa sono le nuvole
lucalorenzon.blogspot.com
Michel Vaillant Seconda Stagione
9: Duelli
di Luca Lorenzon
La rediviva
scuderia Vaillante partecipa al World Rally
Championship, ma la preparazione dei piloti
e dei navigatori è turbata dalla fame di
successo di Daniel Farid, secondo della
squadra dopo Michel che non vuole
assolutamente rimanere tale e lo sfida
apertamente. Con Michel e Daniel sembra che
Lapière abbia voluto contrapporre un vecchio
mondo delle corse (e non solo delle corse,
forse) a quello moderno, visto che Daniel è
fanatico dei selfie ed è
estremamente social. Nel mentre la
causa contro la Vaillante intentata chissà
quanti numeri fa da Dasz si risolve a favore
dei nostri eroi, ma purtroppo la lieta
novella dà quasi il colpo di grazia al cuore
già provato del capostipite Vaillant.
Duelli si sviluppa con la solita
fisiologica attenzione ai tempi dei piloti e
alle descrizioni delle condizioni delle
piste (da quelle ghiacciate a quelle
riarse), per me è quasi arabo ma devo dire
che alla fine si fa l’orecchio ai termini
tecnici e la trovata meteorologica finale fa
salire la suspense. Nel corso delle varie
tappe del WRC Michel perde il suo copilota
(ispirato a una donna realmente esistente,
come evinciamo dai ringraziamenti) (n.d.w.:
il personaggio è ispirato, nei soli
lineamenti, all'attrice francese Deborah
François ...come spiegato nello speciale
sul nostro sito ;-)) e a
sostituirla arriva nientemeno che Steve
Warson, ben contento di abbandonare i suoi
asfissianti impegni politici per tornare a
correre. Questo ultimate Warson un
po’ new age aiuterà anche Michel a
superare il trauma della perdita del
fratello. Alla fine tutto si risolverà per
il meglio, con tanto di un paio di colpi di
scena ben piazzati. E potrebbe essere
risolto definitivamente, visto che dopo anni
e anni di
stretta continuity arriviamo
finalmente a un punto fermo – ma è ovvio che
la saga continuerà. Resto comunque dell’idea
che delle uscite più ravvicinate avrebbero
reso più godibile questa Seconda Stagione,
tanto più che molte tavole sono risolte con
panoramiche e dettagli delle automobili in
gara, senza dialoghi e senza che la trama si
sviluppi in maniera che non sia descritta
poi con i dialoghi. È anche questo il bello
di Michel Vaillant, ovviamente, ma così
la lettura (per chi non sta lì a rimirarsi i
vari modelli di auto, almeno) è un po’ più
veloce di quella di un albo “normale”. In
questo episodio i disegni mi hanno convinto
un po’ meno del solito. Non parlo di quelli
di Benjamin Benéteau che come al solito ha
curato i veicoli, ma di Vincent Dutreuil che
ha inchiostrato le figure umane senza
modulare molto il tratto, così che a volte
possono risultare un po’ statiche o
freddine, quindi anche i pochi spunti
umoristici (Michel che se la ridacchia sotto
i baffi perché il padre deve fare cyclette)
perdono forza. Nulla di grave, comunque, e
questo nono episodio è molto godibile a
livello grafico, anche grazie ai colori di
Antoine Lapasset.
|
UN RACCONTO ONLINE CHE CITA MICHEL VAILLANT
Il
18 gennaio 2022 il quotidiano online "Il torinese"
(https://iltorinese.it) pubblica un breve racconto a firme
Marco Travaglini
intitolato "Il rombo del
trattore di Laura". L'incipit cita Michel
Vaillant, uno degli idoli della giovane protagonista della
divertente storia di cui riportiamo l'inizio.
Il rombo del trattore di Laura
di Marco Travaglini
Sul comodino il
“Corriere dei Piccoli”. Non uno qualsiasi, ma
il numero 31 del millenovecentosessantotto,
quello che “celebrava” Michel Vaillant con un
poster a colori allegato alla rivista. E
sopra, a fianco della spalliera del letto, la
foto ingrandita del “Drago di Cavarzere”, il
grande Sandro Munari che, a bordo della sua
Lancia Stratos HF, si era appena aggiudicato
la coppia Fia per piloti, la massima
competizione mondiale per auto da rally.
Un’impresa da brivido e un vanto nazionale,
visto che era il primo italiano a mettere le
mani su quel trofeo. L’asso
francese delle quattro ruote, frutto
dell’immaginazione e della penna di Jean
Graton, e il pilota veneto che stracciava
tutti sulle strade ghiacciate di Montecarlo;
non era una stranezza, per una ragazzina di 14
anni? Non che disdegnasse, da piccola, le
bambole, ma era incredibilmente attratta dai
motori. Aveva persino pasticciato più volte
(rivelando una certa qual competenza) attorno
al suo motorino e avrebbe dato chissà cosa per
poter guidare uno di quei bolidi. Nei paesi
francofoni andavano matti per quell’eroe di
carta, il pilota più veloce di tutti i tempi,
capace di mettere il muso della sua
“Vaillante” davanti a quello delle altre auto
alla 24 ore di Le Mans. Più affascinante di
Jacky Ickx, simpatico come Mario Andretti,
estroverso come Clay Ragazzoni, metodico come
Niki Lauda. E lei, divorandone il fumetto,
sognava ad occhi aperti di scendere in pista
con la tuta e il casco integrale, infilandosi
nello stretto abitacolo della monoposto e
sfrecciare via contro vento. Una ragazza in
gamba, Laura. Sveglia, simpatica e piena
d’entusiasmo. ...........
(il seguito sul sito de "Il torinese" cliccando
qui). |
UNA
CLASSIFICA DI FILM SULLE CORSE
Il
17 aprile 2022 il sito www.f1world.it
pubblica un articolo che parla dei 5 (6) migliori film
sulle corse automobilistiche mai usciti nelle sale. tenuto
conto della "soggettibilità" delle scelte fatte (...a solo
titolo di esempio: manca una "pietra miliare" come "Le 24
ore di Le Mans" con Steve McQueen) tra le milgiori
produzioni viene citato anche "Michel Vaillant" (o se
preferite Adrenalina Blu - La leggenda di Michel
Vaillant"). Ecco un estratto dell'articolo...
Motorsport
al cinema: la top 5 dei migliori film sulle
corse
Non
solo Formula 1, ma anche Indycar e Le
Mans. Abbiamo selezionato le migliori
pellicole.
Con una menzione d’onore finale
di
Eleonora Ottonello
Sembrano
essere due mondi che vanno in netta antitesi,
ma il cinema e il motorsport sono più uniti di
quanto si possa pensare. Infatti i migliori
film dedicati all'automobilismo sportivo non
sono stati pochi. Non solo Formula 1, ma anche
Indycar e Le Mans. Abbiamo selezionato per voi
quelli che, per noi, sono i migliori cinque
film usciti sul mondo del Motorsport.
Con una menzione speciale alla fine. Ma
in questo caso vi faccio una premessa: non
dovete essere deboli di cuore. Nel corso degli
ultimi cinquant’anni, il mondo delle corse
automobilistiche ha affascinato parecchi
registi di Hollywood. Il mondo del cinema
si è occupato parecchie volte del mondo dei
motori, con film più o meno riusciti. In
un certo senso permettendo al Motorsport di
farsi conoscere al grande
pubblico. Anche a quella fetta di amanti
della macchina da cinepresa che all’odore
della benzina e alle quattro ruote non si
erano mai avvicinati.
GRAND PRIX (1966)
(...omissis....)
SENNA (2010)
(...omissis....)
RUSH (2013)
(...omissis....)
ADRENALINA BLU (2003) Un mix
tra film di azione e sul mondo delle
corse, Adrenalina Blu narra
le vicende di Michel Vaillant, campione
incontrastato dei circuiti automobilistici di
tutto il mondo, con l’obiettivo finale che
porta il nome di 24 Ore di Le Mans. La storia,
in questo caso, parte molto più
lontano che dall’asfalto, da un rally
artico. Durante la leggendaria corsa di
durata, la scuderia del pilota francese deve
battersi contro la scuderia Leader,
capeggiata da Ruth Wong, che con Vaillant ha
qualche conto in sospeso. Tra i punti
forti del film sicuramente c’è la fotografia:
le scene della 24 Ore di Le Mans,
vennero girate per
davvero durante l’edizione del 2002
della gara. La produzione iscrisse due auto,
che hanno regolarmente partecipato alla corsa,
proprio per effettuare le riprese. La
trama tradizionale e classica in un
certo senso riprende il tema tanto caro ai
film di animazione, la contrapposizione
dell’eterna lotta tra bene e
male (la scuderia onesta e solidale di
Vaillant, mentre quella di Ruth Wong è cinica
e priva di valori). La mancanza di colpi di
scena e la presenza di cliché
d’ordinanza (accoppiata donne – motori)
non fa di Adrenalina Blu un
capolavoro cinematografico. Non ha mai
preteso nemmeno di esserlo. È una pellicola
carina da vedere se si è disposti a non
guardarlo con eccessivo occhio tecnico.
GIORNI DI TUONO
(1990)
(...omissis....)
ATTRAVERSO I MIEI OCCHI (2019)
(...omissis....)
(il
seguito sul sito F1Word.it cliccando
qui).
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UNA RECENSIONE DI "PIKES PEAK"
Il
28 maggio 2022 sul blog "Che cosa sono le
nuvole" (http:////lucalorenzon.blogspot.com/), Luca
Lorenzon pubblica una recensione di "Pikes Peak", il 10°
album della "nuova stagione" (l'80° dell'intera saga).
Che cosa sono le nuvole lucalorenzon.blogspot.com
Michel Vaillant Seconda Stagione 10:
Pikes Peak
di Luca Lorenzon
Questo
decimo volume della Nuova Stagione
di Michel Vaillant è
probabilmente il migliore, anche in virtù
del fatto che è autoconclusivo pur essendo
inserito nella continuity della
saga. Mentre Françoise è a Macao per
concludere un accordo commerciale, gli
strateghi della Vaillante pianificano di
ridare lustro alla scuderia partecipando
all’unica corsa che non abbia ancora
vinto, perché non vi ha mai partecipato:
quella di Pikes Peak che si svolge negli
Stati Uniti tra tornanti micidiali e
altitudini vertiginose. Michel parteciperà
con la X-Pikes, una vettura dedicata al
fratello deceduto che ricorda la sua
identità di pilota mascherato. Le prove
nel tragitto sono assai pericolose perché
non ci sono transenne a delimitare i bordi
delle strade, e oltre ci sono burroni a
strapiombo; e questo non è tutto: a
mettersi contro Michel Vaillant ci sono
anche fastidiosi imprevisti e l’ostracismo
del rivale Bob Cramer (forse un po’
macchiettistico) e un po’ di tutto
l’ambiente yankee. Questo offre
il destro per alcune gustose scenette
sulla differenza tra Stati Uniti ed
Europa. Pikes Peak si legge tutto
d’un fiato, per l’incalzante ritmo della
vicenda ma anche a causa della velocità
insita nella struttura della serie che
presenta poche vignette per tavola, e
spesso si abbandona a panoramiche o a
sequenze mute all’interno degli abitacoli.
Benéteau e Dutreuil fanno un ulteriore
passo avanti e con il loro stile sintetico
riescono a rendere i personaggi
estremamente espressivi e a offrire a
ognuno un proprio volto personalizzato e
identificabile, probabilmente essendosi
ispirati a persone reali. Sui veicoli non
mi pronuncio ma non ho dubbi sul fatto che
siano il top a disegnarli. Unica pecca:
dopo aver sfogliato il terzo
episodio mi è sembrato che la loro
interpretazione di Carole non fosse troppo
rispettosa di quella di Bourgne. Ma mi
sono anche accorto che i colori di Antoine
Lapasset sono molto migliori rispetto a
quelli dei primi volumi. Pur essendo
godibile a se stante (mutatis mutandis, un
corrispettivo de L’uomo dalla stella
d’argento nella saga
di Blueberry), Pikes Peak è
impregnato
della continuity della saga e
oltre a sviluppare qualche situazione
precedente ne introduce probabilmente
altre: Steve Warson tornerà a correre e le
sue dichiarazioni di abbandonare la
politica verranno rese pubbliche? Le
minacce di Bob Cramer si concretizzeranno?
Il crampo di Françoise è il sintomo di una
malattia?
Dopo sette anni a 16,90 euro la collana
subisce un aumento di prezzo che adesso
sale a 18,90.
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MICHEL VAILLANT SUI SITI DI AUTOSPRINT E DEL
CORRIERE DELLO SPORT
Il 9 giugno
2023 sui siti di Autosprint
e del Corriere
dello Sport esce questo articolo di Mario Donnini
(corredato anche da un altro spazio con varie foto) sulla
presenza di Michel Vaillant alla vera 24 ore di Le Mans
del 2023.
https://autosprint.corrieredellosport.it
Il più
grande protagonista incorporeo della 24 ore
è Michel Vaillant
L'eroe dei fumetti resta onnipresente al
villaggio del circuito
di Mario Donnini |
Se le primavere
passassero pure a lui come a noi tutti,
adesso Michel Vaillant dovrebbe avere più
d’ottant’anni, essendo più vecchio di Jacky
Ickx e Henri Pescarolo. Invece nel mondo
delle nuvole parlanti il tempo non passa mai,
ovvero scorre molte volte più lentamente che nella
vita reale, così resta in servizio effettivo
permanente il campione più esperto acclamato e
versatile dell’automobilismo e del fumetto
franco-belga.
VAILLANT IMMORTALE
Conservando un ruolo di prim’ordine anche in
questa 24 Ore del centenario, con una presenza
virtuale, per certi versi, ma palpabilissima e
entusiasmante. Perché per tutti i fans della
maratona e della BD, il fumetto franco-belga nel
suo più classico stile in linea chiara, Michel
Vaillant sulla fantomatica Vaillante Hypercar,
schierata dal fratello Jean-Pierre (n.d.w.:
purtroppo nella "nuova stagione" il fratello è
morto). Fatto sta che, da
protagonista di oltre cento avventure a fumetti,
più un’applaudita serie in bianco e nero nella Tv
Anni ’60 (interpretato dal pilota di allora Henri
Grandsire) e di un ambizioso film, “Adrenalina
Blu” con il volto dell’attore
Sagamore Stevenin, Vaillant a tutt’oggi è
considerato, con ovvia sospensione
dell’incredulità, in tutto e per tutto un essere
vivente, assolutamente esistente, mica un orpello fittizio. |
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UNA LEGGENDA A
FUMETTI
Non a caso al villaggio lo stand Vaillant è
gremito di fans a ogni ora, presentando uno dei
famosi modelli della Casa francese in scala 1:1
più tutta una serie di merchandise da fare
impallidire l’appassionato più esigente. Borselli,
giacchetti in pelle, tazze da té marchiate dalle
scene più famose e poi, udite udite, perfino i
caschetti dei personaggi più noti della saga, più
un numero imprecisato di modellini che riproducono
tutte le vetture dei character-cardine, tra i
quali il collega-rivale amico Steve Warson,
statunitense e i cattivi del team Leader. A
colpire è anche l’avvolgente sedia metallica
realizzata a forma di casco di Michel, ovvero le
riproduzioni in plexliglass e carta pregiata che
ripropongono le immagini più clamorose e
significative dell’intera saga (vanno via anche a
2000 euro cadauna, per la cronaca), che ormai
vanta 66 anni di vita, mentre il creatore, il
leggendario Jean Graton, se n’è andato nel 2021, a
97 anni di vita. Arrivato pure lui a sfiorare i
cent’anni invece toccati dalla 24 Ore di Le Mans.
All’interno della quale, comunque, Michel resta
vivissimo e amato a perpetuare passione, classe e
successo del suo indimenticato e vulcanico
creatore, a suo tempo aficionado della sala stampa
e del tracciato della Sarthe. |
UNA RECENSIONE DI "CANNONBALL"
Il 12 giugno
2023 sul blog "Che cosa sono le nuvole"
(http:////lucalorenzon.blogspot.com/), Luca Lorenzon
pubblica una recensione di "Cannonball", l'11° album della
"nuova stagione" (o "seconda stagione " se preferite) (81°
dell'intera saga).
Che cosa sono le nuvole
lucalorenzon.blogspot.com
Michel Vaillant Seconda Stagione 11:
Cannonball
di
Luca Lorenzon
Lo youtuber
Pog, che esiste veramente, sfida Michel
Vaillant alla Cannonball, la corsa non
ufficiale (per non dire illegale) che
attraversa gli Stati Uniti coast to coast
non su un circuito ma tra strade e
autostrade. Considerando la pericolosità
dell’impresa e il rischio di vedersi
revocata la licenza di pilota, Michel è
titubante ma tutto il resto del suo
staff/famiglia riconosce invece le
opportunità commerciali e pubblicitarie
della sfida. I due avversari si fronteggiano
quindi sulle enormi distanze del Nord
America, tra note esplicative che
chiariscono alcuni dettagli tecnici e che,
chissà, forse sono pure un tentativo di
product placement. Ma ecco che circa a metà
volume avviene un colpo di scena: si scopre
che la manomissione che ha coinvolto l’auto
di Michel (flashforward con cui era iniziato
l’episodio) riguarda la sua trasformazione
in detonatore; se l’ispirazione principale
poteva essere La corsa più pazza d’America,
adesso Cannonball diventa Speed: qualora
Michel dovesse scendere sotto le 100 miglia
orarie di velocità, una bomba verrà fatta
esplodere al Bellevue Hospital! A salvare la
situazione saranno il rampollo dei Vaillant
mago dell’informatica e soprattutto Steve
Warson che si introdurrà in modo
rocambolesco nell’auto di Michel anche
grazie all’aiuto dello stesso Pog. Una
sequenza assolutamente inverosimile ma
talmente adrenalinica e appassionante da far
sospendere con piacere l’incredulità.
Ahinoi, quello che avrebbe potuto benissimo
essere uno one shot, pur con blandi
collegamenti alle sottotrame della minaccia
incombente di Cramer e della misteriosa
malattia di Françoise, si rivela alla fine
l’incipit di una nuova trama che vede i
protagonisti in galera con l’accusa di
essere terroristi. Ma in fondo rimane
perfettamente godibile anche così, tanto più
che non escludo che il cliffhanger si
risolva in una bolla di sapone come già
successo con una situazione analoga della
Nuova Stagione.
Ai testi c’è il solo Denis Lapière mentre ai
disegni si segnala una new entry: ad
affiancare il veterano Marc Bourgne c’è
Olivier Marin. Non solo: Tomás Morón Aranda
ha fornito supporto per gli sfondi mentre il
colofon segnala che Claude Hauwaert si è
occupato dell’«impaginazione delle tavole»,
qualsiasi cosa significhi. Lo stesso Bruno
Tatti che ha colorato il volume si è avvalso
del supporto di Luan Kodra. Pur con tutto
questo spiegamento di forze, il lato grafico
del volume non è proprio esaltante. Più che
dignitoso, sì, però a volte i personaggi
hanno delle pose poco naturali o presentano
qualche piccolo dettaglio anatomico stonato
che risalta inevitabilmente in uno stile di
disegno così sintetico. Ma soprattutto mi
chiedo come mai con tutti questi
collaboratori non riescano a fare uscire un
paio di storie all’anno invece di una sola.
Cannonball è comunque uno degli episodi più
belli della serie, ambientato in contesto
più originale del solito e soprattutto molto
coinvolgente. Interessante poi vedere
l’integerrimo Michel Vaillant che fa un po’
il bricconcello, giustificato dalla trama e
dalle circostanze senza tradire l’essenza
del personaggio.
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IL PRIMO EROE DI TERUZZI
Il 9 agosto
2023 sul sito https://www.redbull.com
Giorgio Teruzzi pubblica un'altra testimonianza della sua
passione per Michel Vaillant.
https://www.redbull.com
Teruzzi racconta: il primo eroe
Michel Vaillant è il pilota che ha fatto
nascere la passione a molti ragazzini.
Protagonista di una serie a fumetti ancora
capace di emozionare.
di
Giorgio Teruzzi
È
bastata l’ombra di un ricordo, durante la
registrazione dei nostri podcast, con Pino
Allievi e Stefano Nicoli, per farmi
ripiombare là, anni Settanta, quando
aspettavamo il Corriere dei Piccoli, ogni
settimana per leggere le sue
avventure. Michel Vaillant, pilota
dal cuore grande, personaggio creato dal
fumettista francese Jean Graton. a
sua volta appassionatissimo di corse
automobilistiche. Non solo. Albi interi, i
“Classici dell’audacia”, antichi ma
conservati in un ripiano remoto della mia
libreria. Presto fatto: recuperati, riletti,
un toccasana per questa estate, il tempo
perfetto per vagare con la memoria e
regredire, ma sì, ritrovando le
emozioni di allora, persino i
desideri dei ragazzini che eravamo,
attraverso le pubblicità che accompagnavano
i “Classici”. Insomma, una meraviglia.
Storie ambientate nei Gran Premi di Formula
1 ma anche nei rally, nei raid, uno in
particolare, dall’Alaska alla Terra del
fuoco, tutta l’America da attraversare.
Graton, francese di Nantes, nato il 10
agosto del 1923, esattamente cento anni fa,
scomparso il 21 gennaio 2021 a Bruxelles,
era fenomenale nel disegnare
perfettamente le vetture, i paesaggi, le
atmosfere dei circuiti. Ogni luogo appariva
e appare realistico, così come i
dettagli dell’abbigliamento dei piloti, i
particolari delle vetture. Abbinati ad
una inventiva particolarmente
felice visto che Vaillant non era
semplicemente il nome del nostro eroe -
sempre in coppia con l’amico americano Steve
Warson - ma anche quello di una marca di
auto costruite dal babbo di Michel, un
personaggio vagamente ispirato a Enzo
Ferrari. La prima apparizione di Vaillant
data 1957 (cinque racconti
pubblicati sulla rivista “Tintin”) e
continua ancora oggi grazie al lavoro del
figlio di Jean, Philippe Graton. I
protagonisti sono personaggi di fantasia,
accompagnati spesso da figure reali
come Jacky Ickx, Francois
Cevert, Patrick Tambay, Gilles
Villeneuve, Renè Arnoux, Didier
Pironi o dal decano dei reporter
motoristici Gerard Crombac. Per
chi aveva dodici, tredici anni tra le fine
dei Sessanta e i primi Settanta, Michel
fu un compagno di viaggio magico, il
campione gentiluomo che permise a
ciascuno di noi di entrare nel mondo delle
competizioni, di perlustrare autodromi e
piste di tutto il mondo, di ritrovare nei
disegni macchine da corsa di ogni tipo. Un
vero “pilota” della nostra passione che -
tra una corsa e l’altra - incappava in
qualche mistero, in avversari
misteriosi e spietati, in figure comunque
affascinanti. Lo scrivo qui pensando a chi
ha perduto quegli straordinari strumenti di
lettura. Rimediare è
possibile cercando in rete o in qualche
bottega del fumetto oppure su qualche
bancarella le avventure di Vaillant. Lo
sforzo, vale ogni pena. Mentre mi
appresto ad attraversare la mia estate
rileggendo con intatta meraviglia ciò che
lessi allora. Buon vento dunque, e buon
tempo, a ciascuno di voi.
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HANNO SCRITTO...
(pag. 6 di 6)
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