LE VAILLANTE DI DIABOLIK E KRIMINAL (con la collaborazione di Giovanni Capozzi, Roberto Pagani e Giacomo Pueroni) (pag. 1 di
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L'argomento era stato trattato nel 2002-2003 nei vecchi forum dei fan: agli esordi delle serie di Diabolik e Kriminal ci sono state delle evidenti "prese in prestito" tratte dalla saga di Michel Vaillant. Il vostro webmaster ha esitato a lungo prima di proporre questo "speciale" perché non voleva, allora come oggi, urtare la suscettibilità degli appassionati dei fumetti in questione (e tanto meno mettere in dubbio la professionalità e la bravura dei prestigiosi nomi che li avevano disegnati). La domanda era: si trattava di operazioni accettabili ? Nel campo dei fumetti è un fatto da considerare normale ? La risposta più ragionevole ed attendibile ce l'ha data proprio l'amico Giacomo Pueroni, disegnatore di professione (che purtroppo ci ha lasciati troppo preso il 18.02.2017), il quale in un suo intervento citò la velocità cui talvolta i disegnatori devono sottostare per rispettare la periodicità delle uscite, e poi scrisse anche «...trovi una bell'auto in un altro fumetto? La copi, e hai una bella macchina anche nel tuo fumetto. Ogni tanto anch'io, che faccio il disegnatore di fumetti, copio qualcosa (non le auto !) da qualche altro fumetto. Ma il giorno in cui qualcuno me le farà notare, fingerò di cascare dalle nuvole e dirò "Ma davvero?" . In un Topolino, poi , ho visto la copia di un mio disegno apparso su "Zona X". Succede...». Teniamo inoltre conto di quanto la bravura di Jean Graton possa aver colpito, all'epoca, al pari di noi fan, anche i disegnatori italiani ... ecco a voi, quindi ...
LA VOLTA CHE DIABOLIK GUIDO' UNA "VAILLANTE JUNIOR SPORT" Nel 1962, grazie alla geniale e coraggiosa intuizione delle sorelle Angela e Luciana Giussani, nasce in Italia un personaggio destinato a diventare un "cult" nel mondo dei fumetti : Diabolik. In quegli anni, il "re del terrore" rappresenta un vero e proprio fenomeno di "rottura". Per la prima volta, infatti, nel mondo dei fumetti il protagonista è un eroe "negativo". Per questo motivo viene messo al bando dai benpensanti dell'epoca ma, nonostante ciò, il "ladro in calzamaglia nera", con la sua amante Eva Kant, raccoglie largamente i favori del pubblico. Un successo sempre crescente lo accompagna e, dopo un avvio come mensile, l'albetto in formato "pocket" in bianco e nero che ospita le sue storie, a grande richiesta, diventa quattordicinale. I vari disegnatori impegnati nella sua realizzazione devono tenere il passo con la cadenza degli episodi e con l'inesauribile vena creativa delle sorelle Giussani. Diabolik è diventato così un "classico" dell'editoria disegnata, con traduzioni in tutto il mondo. Assieme a Tex Willer, è infatti uno dei rarissimi personaggi "storici" del fumetto italiano ad essere ancora pubblicato ai giorni nostri. Ebbene, cosa c'entra Diabolik con Michel Vaillant ? Il pilota francese, nato nel 1957, approda in Italia nel 1963, esattamente un anno dopo la nascita di Diabolik, ed evidentemente non passa inosservato tra gli "addetti ai lavori". I disegnatori impegnati nella realizzazione del fumetto nostrano avranno senz'altro apprezzato l'eccezionale qualità del lavoro di Jean Graton. Apprezzato tanto da "prendergli in prestito" una Vaillante e darla a Diabolik in (almeno ?) una delle sue avventure. Nulla di male dopo tutto: siamo alla preparazione del numero 14 del 1969, il tempo stringe e serve una bella auto da mettere nella storia. Una bella auto alla quale, poi, Diabolik farà sparare dei "dardi soporiferi" dai tergicristalli. Eccola qui, pronta, scattante ed "inedita" nel n.8 dei Classici dell'Audacia - "Il pilota n° 8" ("Le 8e pilote") del 1965. Consideriamolo, insomma, un "omaggio" alla bravura del maestro Jean Graton. E' stato così che Diabolik ha guidato una Vaillante Junior Sport nell'episodio "La denuncia di Eva", Anno VIII, n° 14 del 7 luglio 1969 .
Ecco, di seguito, alcune delle vignette estratte dalle pagine dell'episodio "La denuncia di Eva" di Diabolik (qui sopra elencate) raffrontate con le corrispondenti vignette "ispiratrici" tratte dall'album "Le 8e pilote " ("Il pilota n° 8" ) di Michel Vaillant.
QUANDO KRIMINAL GUIDO' UNA "VAILLANTE MONTE CARLO " Sulla scia del successo di Diabolik, che aveva inaugurato il filone "nero" nei fumetti, nei primi anni sessanta uscirono altre testate che tentarono di accaparrarsi una fetta del mercato proponendo, però, soltanto delle mediocri imitazioni. Su tutti i "cloni" nati all'epoca, due personaggi, al contrario, riuscirono ad imporsi grazie alla originalità ed alla innovazione delle storie. Si trattava di Kriminal e Satanik, nati dall'estro creativo di due giovanissimi artisti della nona arte: Luciano Secchi (Max Bunker) ed Ernesto Raviola (Magnus). Anche quest'ultimo, destinato a diventare uno dei più grandi disegnatori italiani, rimase evidentemente colpito dall'abilità di Jean Graton. Fu per questo che, proprio nel primo numero della serie di Kriminal intitolato "Il re del delitto" , e pubblicato nell'agosto del 1964, inserì un paio di "riferimenti" alla saga di Michel Vaillant. Antony Logan, alias Kriminal, si ritrovò così alla guida, prima di una Jaguar XK 150, poi di una "Vaillante Monte Carlo", chiaramente "ispirate" a quelle apparse nell'album "Route de nuit" del 1962 ovvero "Operazione Jaguar" , uscito in Italia, nei Classici dell'Audacia, il 1° maggio 1964 (solo qualche mese prima della nascita di Kriminal).
Prima di sedersi al volante della "Vaillante Monte Carlo", Kriminal aveva guidato una Jaguar XK 150 chiaramente "ispirata" a quella della copertina di "Operazione Jaguar" ("Route de nuit" ).
Ed ecco Kriminal, in fuga, al volante di una vettura facilmente identificabile nella "Vaillante Monte Carlo" guidata in "Operazione Jaguar" ("Route de nuit") ed anche nel successivo "Un 13 in gara" ("Le 13 est au depart" ) di Michel Vaillant. Da notare inoltre le onomatopee "alla Graton" utilizzate anche in questa occasione.
Ma, tutto sommato, la "presa in prestito" di alcune vetture di Jean Graton lo possiamo considerare una specie di ..."restituzione con gli interessi" :-)). Il maestro infatti, come è noto, si è ispirato spesso alle vetture italiane nella creazione di molte delle sue Vaillante. Ecco una prova: proprio la Vaillante Monte Carlo non deriva chiaramente dalla Lancia Aurelia "Blue Ray 2" carrozzata Nardi Vignale del 1958 (magari con una "strizzatina d'occhio" alla calandra della versione Blue Ray 1 del 1955) ?
Questo speciale potrebbe forse anche continuare grazie al contributo di quei fan volonterosi che avranno la pazienza di cercare nei fumetti dell'epoca ...ed a comunicare gli esiti al vostro webmaster .
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